copautopsy(Peaceville Rec.) La storia degli Autopsy inizia nel 1987 e non sarò io a riassumervela, andatevi pure ad informare su quella che è una delle band più significative, in termini di resa e contributi, nel death metal. “Tourniquets, Hacksaws & Graves” era atteso ed io ci avrei scommesso dei soldi che questo nuovo album avrebbe riproposto qualcosa di atrocemente death metal primevo, quindi oscuro e fatto di putride note ammalate di morte. Lo si capisce dalle prime note e “King of Flesh Ripped” è il primo esempio di questo turbinio di decadenza assestato con una idea compositiva vivace e piuttosto camaleontica. Le chitarre di Cutler e Coralles friggono di idee, di dinamismo, ma allo stesso momento non sono per nulla avulse da sonorità tipiche di una band che al death metal ha contribuito e non poco. L’old style negli Autopsy è presente, ma non è roba vecchia, non è scontato. Gli Autopsy con “The Headless Ritual”  non credo abbiano fatto il pieno di lodi (qualcuna anche mia, ma appena accennata, QUI), infatti lessi diverse recensioni poco convinte sull’album. Senza ritornare a quei giorni e senza cascare nel superficiale gioco delle differenze tra i due, o con il passato, arrivo comunque alla conclusione  che “Tourniquets, Hacksaws & Graves” si dimostra superiore al precedente, ma a causa di un motivo preciso: questo album è fin troppo chiaro che è stato fatto da una band esperta, d’esperienza e che è al di sopra della media. Ascoltare “The Howling Dead” significa vivere una canzone che si contorce e sprigiona morte ovunque…Morte, la morte, qualcosa che si respira e si ode ovunque in questo album, eppure gli Autospy sanno simpatizzare da subito con la mente dell’ascoltatore, grazie al fatto che qualcosa in questo lavoro non è completamente allineato con il tipico sound della band (gli Entombed sono dietro l’angolo). Questo aspetto è solo un elemento che somma ulteriore capacità di coinvolgimento  per chi ascolta, ma allo stesso tempo non scredita un tocco ‘storico’. C’è un aggiunta alla propria storia sonora, da parte degli Autopsy. Vedi l’uso abbondante di mid-tempo, oltre al fatto che gli assoli acquisiscono una loro centralità e una qualità non comune. Autopsy, dunque. Basta questo nome per capire.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10