(Rockshots Records) Dei finnici Bloody Hell si potrebbe dire che è ‘la band che suona per divertirsi’: il loro secondo disco è una miscela di generi classici, sparata a mille, sferragliante e grezza. “Hangover Rider” parte in acustico, ma si trasforma quasi subito in un heavy metal caciarone e rumoroso, chiaramente sul solco dei Motorhead, alcolico e autoironico. Priestianamente sguaiata “Face in Hell”, riff maideniano per “In the Night We Burn”; ma i nostri sanno anche creare un brano originale articolato come “Smoking”, che passa da arpeggi acustici a un crescendo finale. Cadenzata e pesante “Murders She Wrote”, martellante “Bite”, e c’è qualcosa di rock (oserei addirittura dire di gothic rock) nella dinoccolata “Long Road to Hell”; si chiude con gli oltre sette minuti di “Kiesma (The Museum of modern Art)”, a tratti tributo a sonorità doom, a tratti inclinante addirittura verso la dark wave! Una simpatica rassegna di heavy metal ‘ignorante’…
(René Urkus) Voto: 7/10