(Rising Nemesis Records) Il terzo album dal 2013, anno di formazione dei Burial In The Sky, nel quale la band di Philadelphia esibisce tanti elementi di stile. Si potrebbe definire modern technical/progressive death metal il loro operato, tenendo conto anche dell’elemento atmospheric, quanto quello avantgarde ma a quel punto l’appellativo sullo stile della band sarebbe esageratamente lungo. Poco meno di un’ora e “The Consumed Self” fissa una sequenza di intrichi tra death e thrash metal, esaltando l’aspetto tecnico e stemperando il tutto all’occorrenza con inserti fruibili coronati dall’uso del sassofono e sintetizzatori. Momenti nei quali le melodie iniziano a costruirsi per poi crescere in maniera definitiva con ripartenze dove le chitarre fraseggiano in scioltezza. La sezione ritmica è un continuo ribollire: un esercizio ritmico infaticabile che funge sia da contrappunto al riffing, quanto di puro sostegno nelle fasi più spinte. “The Consumed Self” è un esempio di tecnica che progredisce nel corso della sua durata e i Burial In The Sky sono anche abili nel produrre melodie che colpiscono la sensibilità dell’ascoltatore. Temi epici, soprattutto struggenti, pregni di un pathos a metà tra ombre e improvvise esplosioni di luce in questo universo complesso ma non impenetrabile.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10