copculturatres2(Devouter Records) Se “El Mal del Bien” era un buon album (QUI), “Rezando al Miedo” è anche meglio. Va ben oltre. Sembra che i Cultura Tres siano maturati (suonare in Venezuela, loro patria, Sud America e Europa li ha fatti di sicuro crescere) e affinato i propri aspetti. Canzoni più scorrevoli, ben oltre l’essere semplici esempi di sludge, doom o post metal. Canzoni fondate su qualche refrain cantilenante (“La Selva Se Muere”, “Hole in Your Head”) che monta e cresce ed evolve poi il tutto in strutture più ampie. C’è un’ipnotica cadenza decadente in “Es Mi Sangre” che ha i toni dei Godflesh, ma con molta meno freddezza e più neuroni martoriati e sofferti che freddi circuiti. “La Ley del Dolor” è un altro esempio di sonorità lancinanti, con quelle chitarre affilate, tormentate, con quei riff che progrediscono in un post metal-sludge sempre di tipo ipnotico, meccanico nel suo incedere e con distorsioni gonfie, macchiate di elementi lisergici. “1492” è una lenta agonia, solo un breve sussulto all’inizio, poi i tempi della batteria e tutto il resto cala, quasi si dispiace di aumentare i toni e sconfinare in un religioso e mormorante deliquio. Nonostante la malinconica introspezione le canzoni procedono fluenti. Serpeggiano. “Forget I’m Here” è una composizione (fasulla) di oltre 20’. I primi 5’ sembrano i Velvet Underground dediti ad un rumorismo o gli Anathema di un tempo che misurano gli animi con dissonanze, poi tutto si spegne e sorge un lungo suono che tende pian piano ad aumentare. Un songwriting aumentato esponenzialmente in qualità, sommando insieme note e gruppi di esse a ritmi altalenanti ed espressivi anche loro, che si fondono e creano atmosfere, ma più di tutto stati emotivi. Anche gli assoli delle sei corde hanno un loro sentimento, umore, tendenza. Il suono è un aspetto fondamentale per i venezuelani. Loro stessi mi spiegarono, in un’intervista (https://www.metalhead.it/?p=3947) che essendo endorser Ibanez lavorano molto su ogni aspetto delle chitarre (pick up, tensione delle corde e tutto il resto), dunque uno studio vero che si associa alla composizione e le cuce addosso il vestito con i suoni più adatti.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10