(Drakkar Productions) Un album mostruoso. “Achrony” è abominevole! Il terzo per la band ucraina definita black metal nonostante si avverta una totale deviazione verso il confine tra il death e il black metal. Dopo “Son of the Morning” del 2013, via Paragon Records, e “Messiah” nel 2016 via Osmose Productions, gli Elderblood esibiscono una prova impressionante. Si immagini pure certa epica alla Dimmu Borgir di tempo fa, la serrata e turpe cattiveria dei Behemoth, le architetture sonore imponenti e sonquassanti dei Septicflesh, il tutto con quell’elemento proprio, cioè del black metal ucraino. Uno stile a se, unico! “Achrony” mostra una progredire continuo delle melodie, dei pezzi stessi e nella loro struttura composita e pregna di tinte oscure, violente, ossessionate… sinfoniche! L’album traspira di una certa ferocia quanto di quell’elemento musicale che descrive il male e le forze che rifulgono dalla luce. La società è in degrado e l’animo umano possiede un lato oscuro che si amplifica sempre più. Ebbene queste tematiche sono il senso dei testi degli Elderblood. La complessa e spaventevole natura umana ormai alla deriva è descritta da questo sound vertiginoso. Death metal che diventa sempre più pesante e volubile con scatti e armonie dei riff quanto dei synth di appoggio, come una tempesta black metal evocativa, solenne e irrimediabilmente destabilizzante. Quasi un’ora di elementi che si combinano e fondono in radiottiva sostanza nera che definisce e fissa i punti cardinali del symphonic blackened death metal.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10