(Pelagic Records) Dark wave maestosa ed infinitamente elettronica, per questa ulteriore evoluzione dei Mr. Peter Hayden, meglio noti come PH (qui il loro ultimo lavoro ), ora rappresentati dall’entità terminale Enphin… en fin.. enfin… finalmente… alla fine. Dark wave, ma anche electro-wave, musica oscura, pulsante, decadente, penetrante, lo script di un film che è diventato la sua stessa colonna sonora, dentro una dimensione post apocalittica, dalla discarica dei pensieri fino alle segrete dell’anima. Forse l’album che pone fine ad una trilogia, forse l’album che inizia un nuovo indefinito ciclo, una dimensione sonora che strizza l’occhio a Depeche Mode, Ulver…Dark Buddha Rising… verso un mondo asettico, ricco di energia statica, di vibrazioni sonore e pulsazioni tuonanti e travolgenti. Potente la opener “An Nihilist”, destabilizzante “Communion”, particolarmente inquietante “Perpetual Night”, surreale “Moth”. Diventa irresistibile il gelo cosmico di “Cut Flesh”, imponente l’atmosfera spaziale di “Dear Low Star”, micidiale la vocazione horror-industrial di “Protocosmic”. Suggestiva ed ipnotica “The Non-Returners”, brillante e impattante “Nothing”, prima dell’alone tetro diffuso dalla sensuale bellezza della conclusiva “Sang Unity”. Con divagazioni senza confini, con ospiti quali la cantante electro-pop finlandese Ringa Manner, “End Cut” è un viaggio con una destinazione ma senza una vera meta, è un rituale che va oltre ogni culto, una liturgia a sé stante, un assaggio di succulento mistero. Electro pop, dark trip, giù nel profondo, sempre più in basso, dentro un caleidoscopio di tinte oscure il quale rivela un luogo cupo tanto sconosciuto quanto incredibilmente familiare. E tragicamente invitante. Dentro la mente, attraverso la carne, dritto all’anima. ‘Finalmente’ verso la ‘versione finale’.

(Luca Zakk) Voto: 9/10