(Vendetta Records) Disco d’esordio per una coppia di musicisti svizzeri che si son dati al black più atmosferico, folk e cupo. Almeno questo è quello che si respira ascoltando l’intro dell’album. Poi, di colpo, si viene catapultati in un lavoro molto più orientato al black vecchio stampo, aggressivo e oscuro. Voce e tempi si riassettano quindi su terreni più familiari e già ampiamente battuti da altri gruppi capostipiti del genere, non per questo meno affascinanti da (ri)percorrere. In effetti, l’album potrebbe essere visto come un omaggio alle vecchie glorie black metal del passato, una sorta di enciclopedia del black così come era stato originariamente pensato in Norvegia. Non mancano comunque elementi personali, come frequenti incursioni nel melodico e nello strumentale, che donano varietà e colore ad una proposta altrimenti davvero troppo aderente agli stilemi del passato, senza quindi creare le basi affinché un ipotetico ascoltatore si chieda perché ascoltare gli Ernte anziché i mostri sacri del genere.

(Enrico MEDOACUS) Voto: 7,5/10