(Sensory Records) Possiamo considerarli la nuova incarnazione dei Midnight Eternal, che poco mi avevano convinto con il loro debut; ma con una nuova cantante, la russo-canadese Alina Gavrilenko, e il coinvolgimento del sempre più impegnato Mike LePond, gli Everdawn confezionano un interessante disco power/gothic che evita i più triti luoghi comuni del genere. “Ghost Shadow Requiem”, infatti, mostra subito un impianto sonoro pieno ma ‘svelto’, senza troppi appesantimenti barocchi, e anzi una sezione ritmica arrembante. Con un gradevole flavour pop-eggiante “Stranded in Bangalore”; funziona bene il duetto fra Alina e Thomas Vikström dei Therion in “Your Majesty Sadness”, brano che alterna assoli veloci e un refrain ieratico. “Infinity Divine” è forse l’unico brano in cui Alina indulge a svolazzi operistici; il fantasma degli Epica, dal canto suo, è davvero aleggiante sul sound soltanto nella cinematografica “Pariah’s Revenge”. Tastiere squillanti per “Lucid Dream”; pomposa, trionfale “Heart of a Lion”, quindi i nostri si tengono la pomposa ed emozionante “The last Eden” per il gran finale. No, stavolta non sono i ‘soliti cloni dei Nightwish’!

(René Urkus) Voto: 8/10