(Dying Victims Productions) Giungono al secondo album i canadesi Freeways, quattro anni dopo l’ottimo debutto “True Bearings” (recensione QUI), caratterizzato da brani elettrizzanti, ricchi di melodia ed energia tipicamente NWOBHM. Una formula vincente, perpetrata anche su questo nuovo lavoro, con la differenza che ora l’aspetto melodico ha preso il sopravvento, senza per questo svilire il lato più duro e puro della band. “Forever Protected” ci riporta agli albori del metal ottantiano, con ritmiche lineari, serrate e richiami a Praying Mantis e Angel Witch. “Can’t Deny Destiny” è radiofonica, ideale da ascoltare mentre si è lanciati alla guida, tra atmosfere rilassanti, ritornelli a-là Scorpions e grandi assoli. “Give Em The Gears” aumenta i giri del motore, le chitarre ruggiscono e le linee di basso richiamano il grande Lemmy per un pezzo che sembra uscito dai migliori Diamond Head. Le ritmiche rallentano nella title track, decisamente più cadenzata ed oscura, con atmosfere più inquietanti nonostante il refrain orecchiabile e ruffiano, capace di stamparsi subito in testa esattamente come accade in tutti i brani. “Travelling Heart” è più retrò, con inserti di organo che ben si amalgama al rock and roll sprigionato, mentre “Fortune’s Favourite” si discosta un po’ dagli altri brani, alternando parti cadenzate e melodie ad ampio respiro. Un basso incalzante fa da supporto alla chitarra acustica in apertura di “Private Myth”, brano che si evolve in una galoppata decisamente heavy, mentre le linee vocali richiamano lo stile di Klaus Meine. La conclusiva “Cracked Shadow” mescola le chitarre armonizzate tipiche della NWOBHM a potenti fraseggi hard blues molto accattivanti. I Freeways sono andati sul sicuro, mantenendo tutto ciò che ha funzionato nel debutto, aggiungendo ulteriori dosi di energia ai brani e rendendoli allo stesso tempo più melodici e catchy. Sono curioso di vedere come in futuro riusciranno a sviluppare ed evolvere questa formula così vincente ed avvincente!

(Matteo Piotto) Voto: 8,5/10