(Metal Blade Records) Certo non deve essere facile per una band death Metal arrivare al dodicesimo album, specie se la qualità media dei lavori è quella proposta dai polacchi Hate. Da sempre fieri portabandiera del genere, i nostri si sono infatti sempre distinti dal branco per la qualità indiscussa dei dischi proposti, unita ad una vena compositiva che, mai paga, ha sempre strizzato l’occhio a elementi epici e altisonanti. Nelle nove tracce di “Rugia” è contenuta la summa del gruppo, uno spaccato di come i nostri suonano nel 2021: il risultato è un album fresco e ispirato, che pur inserendosi nella coerenza del resto della discografia, punta comunque ad inserire piccoli elementi nuovi nel suono, comunque con il risultato che, paradossalmente, il cd risulta brutale e aggressivo almeno tanto quanto i precedenti lavori, se non di più. I pezzi sono prodotti davvero bene, risultato di una ispirazione che sembra non esaurirsi mai per i polacchi, omaggianti anche in questo caso il misticismo di matrice slava. Un ulteriore passo avanti degli Hate verso la storia del genere, fatto sì di innovazione ma sempre fedele al suo stesso suono. Da applausi.

(Enrico MEDOACUS) Voto: 9/10