(Hellbones Records) Se il primo album omonimo (QUI recensito) ha segnato un buon inizio per gli Hellcowboys, ora la band fissa con solidità le proprie qualità. L’impatto, soprattutto, fatto non solo di potenza ma anche di un’atmosfera che include melodia e intensità. Il tutto è sottolineato si da riff robusti ma incrostati di rock and roll e di southern. Il cantato dalla voce vissuta, sgualcita, fiera: lui è Cristiano ‘Comaante’ Iacovazzo e il suo cantare è un ibrido tra italiano e inglese. A due anni da “Hellcowboys” i romani sembrano andare anche oltre l’ordinario southern thrash e infatti “Mondo Bastardo” nel genere lo si collocherebbe comodamente nel metal, senza tirare in ballo troppi stili. I riff potenti e spesso maestosi, suonano bastardamente le loro melodie accattivanti, ruvide, intense. Quelle di “My Hypocrisy” per esempio, ma i pezzi interessanti sono anche altri. Hellcowboys erigono il proprio wall of sound che in realtà è un ‘Hellcowboys sound’, cioè un marchio, un tono, un modo di suonare degnamente proprio, riconoscibile da subito. Un suonare che prende dai fondamentali del rock and roll, ma suonandolo in maniera sfrontata e senza formalismi. Alessandro ‘Daf’ Di Filippo è l’autore dei pattern ritmici, nonché di sottolineature nei vari cambi tematici, contribuendo come un cuore pulsante all’arrangiamento. Le linee ritmiche vengono alimentate in contemporanea dal quattro corde di Stefano ‘Stfn Steele’ Ferramola. A proposito, i riff sono di Andrea ‘Andrixxx’ Valentino.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10