(Australis Records) Una copertina disturbante per l’esordio dei cileni Insight, che si definiscono ‘psycho speed metal’ e sono praticamente una estensione degli Hemisferio (qui la mia recensione di “Anacronia”), dato che vi militano due membri e due ex-membri della band. Ma stavolta il risultato lascia decisamente a desiderare… “Tempestad” è uno speed istintivo e disordinato, cantato praticamente stonando da Carlos Contador (che intanto ha già lasciato il gruppo), con una sezione finale che va per i fatti suoi e un finale cacofonico. Traballante e ondivaga anche “Hijos del Miedo”; forse le progressioni di “La Voz del Dolor” sono la cosa migliore del disco, ma anche qui il cantato è veramente al limite… e non migliora la situazione “Alter ego”, dove i chitarristi si fanno troppo prendere la mano e si danno a divagazioni fini a se stesse. Va bene la dimensione underground del sound e la ricerca di un appeal che sia molto anni ’80… ma talora essere troppo sbilenchi non aiuta! Un disco troppo ‘sgangherato’ anche per i cultori della scena, almeno a parere di chi scrive.

(René Urkus) Voto: 5,5/10