(Indie Recordings) In giro da circa un decennio, giunti al quarto full length, gli svedesi Knogjärn (moniker che significa qualcosa come pugno di ferro, l’arma…) sono esattamente quello che dichiarano di essere: qualsiasi cosa purché selvaggio, pesante e duro! L’etichetta, assurdamente, li definisce ‘campioni di hard rock’, mentre in rete sembrano rientrare nella galassia del metalcore… ma la verità è che con “Mera Bedövning” non solo sferrano una mazzata mostruosa, ma danno anche una prova di maturità, di fantasia, di infinita energia, immenso gusto…andando a riprendere con favolosa enfasi sonorità del groove metal più glorioso… proprio come quelle dei Pantera! Pensiate sia un eretico nel comparare questi Knogjärn ai Pantera? Considerando che c’è chi definisce i recenti Pantera una cover band, allora io posso permettermi ben altro e, in quanto a eretismo… cosa volete farci, questa è una testata che parla di metal il quale, dopo il blues, è la musica del diavolo per antonomasia! “Mera Bedövning” (‘più sedazione o anestesia’, ndr) spacca. È maledettamente catchy, è subdolamente perverso, ricco di melodia, coinvolgente. La opener “Bedövning” è tanto pesante quanto melodica, e porta alla mente idee dell’epoca d’oro dei Rage Against the Machine, dettaglio ricorrente in questo disco. “En sista gång” (‘un’ultima volta’, ndr) è rocambolesca, c’è molto thrash… ma quel refrain clean cattura, provoca… e si farebbe cantare se non fosse per la difficoltà della lingua madre della band. Rocambolesca “Inte mitt fel” (‘non è colpa mia’, ndr), pezzo con un ritornello oscuro, quasi a-là Rammstein; intensa “Varje gång” (‘ogni volta’, ndr) grazie quelle divagazioni gotiche e quegli accenti modern metal. “Vad du än behöver” (‘qualunque cosa ti serva’, ndr), oltre ad una invitante struttura ritmica, mette in mostra le voce graffiante del vocalist e regala un ritornello molto potente. Capolavoro “Aldrig mer” (‘mai più’, ndr): brano catchy, con una melodia indovinata e linee vocali semplicemente favolose… oltre ad un ritornello il quale, nonostante lo svedese, diventa immediatamente cantabile, un perfetto sing-along per i concerti! Scatenata ed ricca di spunti estremi “Kopplet runt min hals” (‘Il guinzaglio intorno al mio collo’, ndr)… traccia con un break down letale (Pantera?)… cosa che poi si accentua nella successiva “FEL” (‘sbagliato’, ndr), brano con un groove monumentale e un altro break down che frantuma le vertebre (Pantera!). “Vad vill du ha” (‘cosa vuoi?’, ndr) è trascinante ed irresistibile, intensamente groovy e in grado di rispolverare con aggressività certe divagazione Rap. Intima ed introspettiva “365”, mentre “Akta dig” apre poetica e acustica, prima di esplodere con un potere deflagrante letale, accentato poi dalla brevissima e conclusiva “Snabbhatskedja”, una sfuriata in stile hardcore punk, in perfetto stile D.R.I. o S.O.D. tanto per citare altre leggende. Feroci, intelligenti, personali, infinitamente coinvolgenti. “Mera Bedövning” è il disco perfetto per fare pogo contro una porta, per prendere l’ascia e demolire qualsiasi cosa nei dintorni, per mandare a fare in culo i limiti di velocità schiacciando a tavoletta sull’acceleratore, per sfogarsi, spaccare letteralmente tutto o per saltare come pazzi ad un concerto. Non importa in quale momento facciate suonare a tutto volume questo disco: qualsiasi cosa starete facendo subirà una feroce impennata, una violenza accelerazione, una spinta con un impeto schizoide disumano, capace di scaricare ogni ansia, ogni frustrazione, ogni negatività… svuotandovi completamente prima di ricaricarvi investendovi con un assalto… selvaggio, pesante e duro!

(Luca Zakk) Voto: 9/10