(Nuclear Blast Records) Quindicesimo album per Kreator, punta di diamante, insieme a Sodom, Destruction e Tankard del thrash metal tedesco. Se queste tre band hanno mantenuto sempre inalterato il loro assalto sonoro (per coerenza, secondo i fans, per immobilità creativa secondo i detrattori), la formazione capitanata dall’inossidabile Mille Petrozza non ha mai avuto paura di osare, senza per questo mai snaturare il proprio sound. Si pensi, ad esempio a dischi sperimentali come “Renewal”, ricco di sonorità vicine all’industrial, oppure i controversi “Outcast” ed “Endorama”, due autentiche gemme melodiche ed oscure. Un altro album estremamente importante per la band di Essen è “Phantom Antichrist”, perfetto punto di fusione tra il thrash furioso che caratterizza gran parte della discografia dei Kreator e la voglia di evolvere e sperimentare nuove soluzioni. Figlio della stessa vena creativa è anche “Hate Über Alles”, un lavoro che da un lato farà la felicità degli aficionados, dall’altro prosegue inesorabilmente il processo evolutivo del combo tedesco. Il disco apre con l’intro “Sergio Corbucci Is Dead”, un titolo abbastanza curioso, per un minuto di musica che richiama Ennio Morricone, visto che Corbucci, insieme a Sergio Leone, è considerato uno dei maestri dello spaghetti western. La title track è la classica Kreator song, dal riffing serratissimo seguito dall’urlo di Mille: la parte centrale si trasforma in un mid tempo di stampo power metal, prima della conclusione che riprende il chorus. “Killer Of Jesus” è una fucilata in pieno volto, stemperata parzialmente da un intermezzo più epico ed arioso; “Crush The Tyrants” presenta evidenti influenze maideniane, con ritmiche terzinate, mentre “Strongest Of The Strong” è un mid tempo estremamente catchy, non a caso è stato scelto come singolo. Ancora la band capitanata da Steve Harris ad influenzare “Become Immortal”, pezzo ricca di armonizzazioni, con il ritmo che aumenta sensibilmente con “Conquer And Destroy”, dotata di un riff assassino che si stempera durante il chorus per poi ripartire più incazzato che mai ed un bridge centrale che all’inizio spiazza l’ascoltatore con intrecci vocali epici degni dei Sabaton. Il brano più inusuale è certamente “Midnight Sun”, dove per la prima volta nella storia dei Kreator compare una voce femminile! La particolarità sta soprattutto nel fatto che la voce di Sofia Portanet è alquanto melodica, ma qui inserita in una ritmica piuttosto serrata, creando un contrasto particolare. Si torna su binari più consoni alla band con “Demonic Future”, pezzo arrabbiato ma comunque non privo di melodia, mentre “Pride Before The Fall” vede Mille cimentarsi in brevi parti con la voce pulita, a spezzare le bordate di chitarra e batteria. “Dying Planet”, l’unico brano scritto in collaborazione con il nuovo bassista Frédéric Leclercq (ex DragonForce), regala una ritmica martellante, pesante ma non troppo veloce, con un riffing è articolato tra parti dissonanti ed arpeggi ipnotici. Tirando le somme la qualità media dei brani è elevata, la band è ispirata ed offre sul piatto un po’ tutte le sfaccettature presentate nel corso degli anni. Le affinità con “Phantom Antichrist” sono maggiori rispetto a “Coma Of Souls” e tanto meno con “Pleasure To Kill”: non avrebbe infatti senso ripescare pedissequamente il passato, visto che il punto di forza dei Kreator è proprio quello di saper guardare avanti tenendo sempre presente il punto da dove sono partiti.

(Matteo Piotto) Voto: 8,5/10