(Svart Records) I finlandesi Kuolemanlaakso hanno pubblicato l’ultimo album ben otto anni fa, un ottimo “Tulijoutsen” (recensione qui). Ma ad essere sinceri l’ultimo appuntamento con questa particolare band è stato sei ani fa, quando uscì “Vol. 1: The Gothic Tapes” (recensione qui), un album della band senza il vocalist della band, ovvero senza Mikko Kotamäki, anche il frontman degli Swallow the Sun. Con “Kuusumu” si torna ‘alla normalità’, band al completo, per tre quarti d’ora di classe, d’autore, di doom / death / black metal occulto, oscuro, ricercato, mai scontato, decisamente non prevedibile. Bastano brani come “Surusta meri suolainen“ per capire con cosa abbiamo a che fare: growl tuonante e clean suggestivo, tastiere ed archi avvolgenti che coronano un riffing tuonante, pungente e spesso rocambolesco. Non mancano provocazioni per l’headbanging come conferma “Kuohuista tulisten koskien”, pezzo ricco di evoluzioni seducenti ed un groove che, dannazione, sconvolge l’ordine delle ossa dentro il corpo. Doom che devasta, groove che esalta, riff estremi e riff cathcy… voci clean, growl e screamy… questa la sintesi di un brano complesso come “Pedon vaisto”. Introspettiva e ricercata “Surun sinfonia”, vibrante ed incalzante la conclusiva “Tulessakävelijä”. Come dichiara il mastermind Laakso, questo è un album che a differenza dei precedenti rappresenta l’inverno: con una manciata di ospiti, le tastiere prodotte da Aleksi Munter (Swallow the Sun, Insomnium, Ghost Brigade), alcune linee vocali di Lotta Ruutiainen (Luna Kills), “Kuusumu” è basato in qualche modo sulle anomalie climatiche del pianeta avvenute negli anni 535-536 d.C. apparentemente a causa di un vulcano in Islanda, o in Indonesia… o forse a causa dell’impatto di un meteorite (diversi studi offrono diverse opinioni). Gli effetti furono globali, provocando anomalie climatiche, cattivi raccolti e carestie in tutto il mondo culminando nel 536 con una ‘misteriosa’ nebbia che oscurò i cieli di Europa, Medio Oriente e parte dell’Asia per un anno e mezzo, sconvolgendo conseguentemente il clima della terra. Questi eventi furono furono resi più drammatici e gravi dalla conseguente Peste di Giustiniano, una epidemia che ebbe luogo nei territori dell’Impero bizantino, con particolare intensità a Costantinopoli, tra il 541 e il 542. Con il mix del mitico V. Santura, “Kuusumu” è un sapiente mix di doom, death, black ed un’altra mezza dozzina di seducenti ed irresistibili arti oscure.

(Luca Zakk) Voto: 8/10