(Ex Cathedra Records) Dopo l’ottimo “The Quest”, Leah torna con un disco di breve durata, che vuole proporle la sua arte anche a un pubblico non strettamente metal. Il risultato è buono, non c’è dubbio, ma questa commercializzazione ci priva forse di una delle più interessanti realtà celtic/folk/symphonic in circolazione… “The whole World summons” disegna una bella atmosfera raccolta, fra violini e cornamuse, che accelera con garbo nel finale. Eterea e charmante “Upon your Destiny”, grazie a un bel gioco fra le voci e i violini; “Redemption” è vicinissima al modello di Enya, mentre la fine del disco ha una più spiccata connotazione natalizia, prima con i ricami medievali di “Gaudete”, e poi con il godibile celtic/folk di “Noel nouvelet”, brano che non sarebbe sfigurato in un disco di Loreena McKennit. Leah sa scrivere ottimi brani ed è legittimo il tentativo di proporsi a una platea più vasta – dove però temo che la concorrenza sia spietata…

(René Urkus) Voto: 7,5/10