copmaxpie2(Mausoleum) Dopo “Eight Pieces… one World” (recensito QUI), tornano alla carica i progsters belgi Max Pie, anche per questo terzo full-“length” prodotti dal nostro Simone Mularoni. Rispetto al disco precedente noto un aumento della potenza power del sound… Buona la scelta dell’opener (la grintosa “Age of Slavery”, che mette in mostra tutte le qualità vocali del singer Tony Carlino), ma è “Odd Future” a svelare la classe della band, che propone un lungo e fluviale brano di progressive sulla scia dei Crimson Glory. Ariosa e con un refrain quasi happy “Promised Land”, mentre “Don’t call my Name” si colloca sul versante esattamente opposto, quello dei Symphony X (pur mantenendo una grande pulizia nel ritornello). Non poteva mancare la power ballad, la riuscita ed emozionale “Hold on”; tuttavia, anche in questo caso c’è in scaletta un brano inferiore agli altri, la lunghissima “Love hurts”, che non appassiona e risulta un po’ piatta. Trovo un po’ fuori scala anche “Unchain me”, che si colloca in un ambito groove metal ‘moderno’ che poco ha a che fare con il resto. Riporta il bilancio in positivo (e di molto) la solare “The Fountain of Youth”: l’impressione generale è che i Max Pie ci sappiano fare, ma debbano ancora compiere il definitivo salto di qualità che possa farli emergere in un mercato troppo, troppo pieno.

(René Urkus) Voto: 7/10