(Avantgarde Music) Prolifico questo duo australiano che in sei anni di esistenza ha pubblicato, questo compreso, ben sei album o EP. La loro proposta è, ed è sempre stata, molto personale ed originale visto che abbinano una grossa componente synth/elettronica al puro black metal, senza tra l’altro più imitare altri nomi noti, Lustre tra tutti. Molto strano il loro legame con l’etichetta italiana: ogni album dei Mesarthim esce puntualmente in formato digitale ed in modo indipendente, trovando poi una immediata successiva ripubblicazione da parte della Avantgarde, la quale fortunatamente offre a questi ottimi dischi i formati meritati, ovvero i CD ed gli attraenti vinili. Il criptico “CLG J02182–05102” oltre a dare seguito all’EP “Vacuum Solution” pubblicato la scorsa primavera (recensione qui), abbraccia quell’archeologia cosmica, quella scienza che vede gli astronomi impegnati in immensi scavi spazio temporali, indietro nel tempo, verso l’origine dello spazio, dell’univero, cercando di capire cosa c’è stato, il perché di quello che c’è ora e, magari, fare anche una previsione di quello che sarà, in un futuro talmente lontano da risultare spesso totalmente inconcepibile per la mente umana. Il titolo “CLG J02182-05102” fa infatti riferimento a ‘un ammasso di galassie situato in direzione della costellazione della Balena’ (cit.), sostanzialmente la forma primordiale delle galassie a se stanti e suddivise, molto simile all’Ammasso della Chioma, ovvero ‘l’ammasso di galassie che si trova a circa 350 milioni di anni luce da noi, nella direzione della costellazione della Coma Berenices’ (cit.), il quale contiene mille grandi galassie migliaia di galassie minori. La luce di CLG J02182-05102 ha impiegato oltre nove miliardi di anni per giungere fino a noi e gli studi su questa entità fatti grazie telescopio spaziale Spitzer, rivelano che questo ‘nuovo’ ammasso sia formato da circa 60 galassie. La particolarità di CLG J02182-05102 ha scientificamente attraente, in quanto si tratta sostanzialmente di una versione più giovane del’Ammasso della Chioma, il quale vanta uno sviluppo più avanzato, misurabile miliardi di anni terrestri. Davanti a questa immensità cosmica, ecco che prende forma quel concetto di nullità esistenziale dell’uomo, concetto ben chiaro al black metal, ovvero metà della componente sonora dei Mesarthim, quell’espressività violenta ed aggressiva qui sapientemente affiancata a sonorità digitali che altro non fanno che dare forma all’immaginario spaziale… portando quasi alla personificazione delle galassie, dei cluster, degli ammassi… riducendoli poeticamente in qualcosa di umanamente descrivibile e concepibile. C’è trionfo galattico con “A Generation of Star Birth Part 1”. Black, synth, ambient, heavy metal e perfino una impostazione gloriosa davanti ai misteri di “Infinite Density”. “Tidal Warping” è cosmo spietato, è sublime desolazione, con un incedere che non manca di strizzare l’occhio ai Windir… ma anche all’heavy metal sinfonico di matrice finnica. Ipnotica e mistica “Nucleation Seed”, si richiamano le basi scientifiche dell’EP con “A Manipulation of Numbers Part 2 (Vacuum Decay)”, mentre la conclusiva “A Generation of Star Birth Part 2” vede il black travolto da una intensa componente dark-synth che porta indietro nelle epoche musicali di qualche decennio, evolvendo poi verso beat provocanti ed una inaspettata divagazione quasi liturgica. Siamo nel pieno della seconda fase dei Mesarthim, quella iniziata proprio con “Vacuum Solution” sfidando la teoria della relatività, una fase che ora va oltre, va avanti, verso i confini del cosmo, verso i limiti della comprensione, verso quella consapevolezza della nostra esistenza effimera e fugace.

(Luca Zakk) Voto: 9/10