(High Roller Records) La Svizzera nella geografia del metal è la patria di Celtic Frost e Coroner, per citare i nomi più illustri e senza mancare di rispetto a Hellhammer, ex creatura di due dei Celtic Frost, oltre a Fear Of God ed Excruciation. Ma al pari dei Celtic Frost anche i Messiah sono degni di vedere il loro nome scolpito nel tempo. Importanti per il black metal e non solo, quanto lo sono stati i Celtic Frost o Venom e Bathory, i Messiah hanno concretamente contribuito all’evoluzione del metal estremo con “Hymn to Abramelin” e “Extreme Cold Weather”. Due album epocali quanto grezzi e oscuri. Quei Messiah dureranno quattro anni, fino al 1988, poi nel 1990, il chitarrista Brögi, unico membro originario, riforma i Messiah con Andy Kaina alla voce, Patrick Hersche al basso e il batterista Steve Karrer. Concerti, EP e due album sono insufficienti per Brögi a portare avanti la band. Ci riprovano i Messiah e senza spiattellare novità, rimanendo anche incollati a una tradizione teutonica in veste thrash-death metal, e con fare molto più pulito che in passato. Il grezzume degli anni ’80 resterà nei fasti della band e i tre album degli anni ’90 sono gli antesignani di questo nuovo sound. Più heavy, più pesanti, ben diversi da un’identità che ha attraversato un bel po’ di decenni e plasmata sia da una rivoluzione della formazione che da storie e intenti. Ben venga questo nuovo album perché la band suona andando comunque alle radici del thrash e del death metal, senza stare a badare alle tendenze moderne. Brogi e gli altri suonano con dei riff quadratri, netti, puliti per determinare delle canzoni che se a volte lasciano già intuire dove e come andranno a finire, da un lato le rendono assimilabili e a loro modo coinvolgenti. Settimane fa la band aveva preparato il terreno con il delizioso EP “Fatal Grotesque Symbols” (QUI recensito), dunque EP e full length nello spazio di poco più di un mese sono una buona novella sia per i nostalgici della band che per gli appassionati dell’old style, non da meno per chi è digiuno del nome Messiah ma vuole e ambisce a un metal che sia puro nei suoi principi e avulso da elaborazioni moderne spesso vuote o mistura di più cose comunque già sentite. Meriti ai Messiah che propongono dei pezzi ben definiti, con avvitature dei riff a volte in stile NWOBHM o comunque di natura perfettamente heavy metal.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10