(Ad Noctem Records) Musica molto poco pacifica, diametralmente opposta a qualsivoglia concetto di relax o tranquillo pomeriggio sorseggiando una tisana. Gli italiani N.E.S. debuttano, sparano il primo caricatore, colpiscono con otto pugni in faccia a base di death, groove, thrash… un mix infernale in grado di mietere vittime, di portare a consistenti danni ortopedici tra il pubblico di un loro concerto. Immaginatevi musicisti che saltano con irregolarità ritmica a casaccio su un palco scosso da forse telluriche, sotto una tormenta di volumi disumani, mentre il vocalist devasta l’etere con urla e growl massacranti, il tutto dento un concentrato di tecnica la quale trasforma riff e ritmiche non particolarmente complesse in una precisione sonora tanto cinica quanto tagliente. Chiamata alle armi con l’avvolgente “Abuse”, head banging senza ritegno con “No More Fear”, vagonate di groove micidiale con “Time Won’t Wait”. Ancora nessuna pietà per le vertebre ‘grazie’ a “Mistakes”, nervosissima “The Struggle”, isterica “The Path”, minacciosa e poderosa grazie al break down “Slave For Freedom”, prima della conclusiva “Spit It Out”, altro capitolo pericoloso dalle parti di un break down posto alla fine di questa corsa folle. Con musica palesemente rabbiosa ed infinitamente groovy, con testi che sputano fuori dolori personali, instabilità sociali ed un po’ tutta la merda nella quale nuotiamo quotidianamente, i N.E.S. sono la rappresentazione sonora del caos totale: sono quelli poco raccomandabili, sono le cattive compagnie, i brutti ceffi dai quali mamma ti dice di stare lontano; sono gli estranei dai quali non accettare caramelle, sono gli echi degli spari provenienti dal quartiere malfamato di una città con altissimo tasso di criminalità!

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10