(Nuclear Blast Records) L’uscita di un disco dei Nightwish è sempre un evento e, se – come in questo caso – si tratta di un doppio album, l’attesa si può fare snervante. Chiariamo: il sottoscritto ha smesso di essere un fan da molto, moltissimo tempo, ma ha comunque sempre seguito le evoluzioni sonore dei finlandesi, che tornano con un disco di inediti a ben cinque anni da “Endless Forms most beautiful”, ma con l’attesa ingannata da due live, “Vehicle of Spirits” e “Live in Buenos Aires”, e una raccolta celebrativa affatto indispensabile. “Human. :||: Nature.” non è un concept album, come viene detto in ogni dove, e fotografa bene lo stato dei Nightwish nel 2020: sempre ambiziosi (fino alla superbia), immensamente sinfonici, attenti a perpetrare la propria leggenda senza innovazioni particolari. Il primo disco si apre con “Music”, un crescendo ma che resta leggero, garbato oserei dire, nella sua dimensione sinfonica; ammaliante e avvolgente “Shoemaker”, con una bella linea vocale di Floor Jansen e un finale sacrale. L’anima folk che ha sempre caratterizzato il sound della band emerge prepotente in “Harvest”; solare, potente, piena di energia “How’s the Heart”, mentre esplode una furia istintiva nei passaggi centrali di “Tribal”, dove naturalmente abbondano peculiari suoni di batteria. La conclusione del primo cd è affidata alla fluviale e trascinante “Endlessness”, solenne nel refrain, potente nelle orchestrazioni, emozionante nel ‘doppio cantato’ in cui interviene anche Tuomas Holopainen. Il secondo CD, “All the Works of Nature Which Adorn the World”, è quasi totalmente strumentale, e si colloca in un ambito che ormai ben poco di metal, ma si muove fra la soundtrack music, la new age e la musica classica, con molti richiami al disco solista di Tuomas, “Glasgow 1877”. Ha qualcosa del “Bolero” il bellissimo tema di “The Blue”, mentre mi sembra vicina ad Hans Zimmer (soprattutto a quello di ‘Inception’) “The Green”. Le cornamuse intervengono in “Moors”, la chiusa trionfale, in cui Floor recita un testo di Carl Sagan, è un invito “Ad Astra”. Titanicamente fedeli a se stessi, i Nightwish vanno per la propria strada: non credo nessuno vorrà definire “Human. :||: Nature.” un capolavoro, ma certamente è un importante tassello che va a comporre il quadro complessivo di una delle band metal più famose in assoluto.

(René Urkus) Voto: 7,5/10