(Season of Mist) Cala la notte su tutto il mondo con l’avvento dei Nite di San Francisco, artigiani dell’heavy metal suonato in maniera blackened con influssi evidenti della scuola melodic svedese ma su andature care alla N.W.O.B.H.M. e al doom metal di stampo settantiano. Le canzoni sono di fatto un inno all’oscurità, sono avvolte dalle tenebre e pur presentandosi in una maniera piuttosto simile dall’inizio alla fine della propria durata, la vera differenza la fanno le sei corde di Van Labrakis (Satan’s Wrath, Mencea) e Scott Hoffman (Dawnbringer, High Spirits). I due infatti stampano in maniera netta i loro riff che si allungano nel corso dei pezzi, potenziati però da interventi solisti di grande espressività. Van Labrakis è anche voce del gruppo e il suo tono arso, oscuro, vagamente Nocturno Culto – la conclusiva “The Trident” ricorda molto i Darkthrone del periodo heavy metal – aumenta a dismisura quell’alone di tenebre che aleggia nelle composizioni di “Voices of the Kronian Moon”. Heavy metal, ascendenze occult, il melodic metal, sono le vere e distinte voci di questa epica arrembante nell’opener “Acheron”, la canzone più ‘colorata’ dell’album. “Last Scorpion” recupera influenze di natura anni’70 e la successiva “Liber ex Doctrina” è la prova di come la band possieda influenze occult rock. Ad ogni modo è “Thorns” la composizione più oscura, intrigante e altamente blackened heavy metal nel suo incedere ipnotico e misterioso. Tutte, le canzoni citate e non, esibiscono scale, fraseggi e melodie nei solo in maniera pregevole. La band ha già pubblicato un album nel 2020 “Darkness Silence Mirror Flame” per Creator-Destructor Records.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10