(Pure Steel) Era dai tempi di “Frozen Time”, e cioè dal 2012, che i Pertness non pubblicavano nulla: gli inossidabili svizzeri tornano, finalmente, con il loro quarto album. La titletrack ce li restituisce come li ricordavo, una specie di incrocio fra i Paragon (per i ritmi pesanti e il vocione di Tom Schluchter) e i Running Wild (per i giri quadrati e folkish): bella mazzata di apertura! “Fortress” aumenta un po’ la melodia, restando sempre su strutture solide; martellante “Firestorm”, dotata di un bel riffone power. “Left behind” ha qualche minimo, ma davvero minimo, momento acustico e soft che rompe la monoliticità della scaletta; con “I’m a Slave” i nostri danno al sound addirittura qualche colorazione blackened. Con “Flying to the Sun” siamo quasi dalle parti dei vecchi Iron Fire; ancora più folk “Waves of Pain”, fra atmosfere piratesche e Orden Ogan. I Pertness sono sicuramente una piccola realtà, ma posso dire con certezza che non c’è nessuno che suona come loro: il power e il folk di solito si incontrano su toni squillanti e ariosi, mai con queste tonalità così tedesche e centroeuropee.

(René Urkus) Voto: 7,5/10