(Sleazy Rider Records) Sono lieto di ricevere notizie dei Revoltons, una delle band power italiane più originali e interessanti: l’ultimo disco, dal chilometrico titolo “386 High Street North: Come Back to Eternity”, risale addirittura al 2012, e dalla biografia apprendo che, in parte, il ritardo è dovuto anche all’abbandono dello storico cantante Andro. “Underwater Bells Pt.2: October 9th 1963 – Act 1”, altro nome assai lungo per un disco, è riservato alla tristemente famosa tragedia del Vajont: la band è originaria proprio di quelle zone. Come credo tutti sappiano, nella data di cui sopra la tracimazione dell’acqua contenuta nella diga del torrente, dovuta a una frana, provocò quasi 2000 morti; il processo, fra gravi difficoltà e tentativi di depistaggio, mostrò gravissime responsabilità da parte dei dirigenti della SADE (Società Adriatica di Elettricità). “Danger Silence Control” ci accoglie con un power arrembante, spruzzato di thrash, e anche “The Stars of the Night before” è aggressiva e incessante. Se i nostri volevano metterci in un mood ansioso e inquieto, ci riescono benissimo! La tensione cresce con la titletrack, un brano acustico corredato da samples vocali che narrano la tragedia nella viva voce delle testimonianze dell’epoca. Cangiante “Hypnos and Thanatos”, che passa dal prog al melodic metal a qualche passaggio di profondo growling; ancora toni extreme metal nell’oscura “Primal Shock”, interessanti variazioni ancora vicine al progressive in “Criminal Organism”. In un disco complesso come questo non poteva mandare la suite di oltre dieci minuti, “Grandmasters of Death”, che ha un impianto sonoro molto carico e ‘drammatico’. Bel disco, sviluppato su un concept assolutamente meritevole e coinvolgente: bentornati e complimenti!

(René Urkus) Voto: 8/10