(Steamhammer/SPV) Dopo il ripensamento che ha generato il più breve scioglimento nella storia del metal, qualche anno fa, ecco un nuovo capitolo del pirata tedesco per eccellenza, pronto a regalarci un altro tassello della sua altalenante discografia. Intendiamoci, molti sono stati i successi musicali e commerciali del biondo chitarrista, ma ci sono anche tanti momenti molto meno ispirati. Diciamo che dopo il discone sfornato subito dopo la fulminea reunion, qui forse la parziale delusione non riguarda la qualità assoluta del lavoro qui recensito quanto il paragone con i dischi immediatamente precedenti, nettamente superiori a questo CD. Di sicuro non mi aspettavo una svolta stilistica, inutile farlo dopo trent’anni e passa di onorata carriera piratesca; ma nemmeno volevo una svolta di stile: chi ascolta i Running Wild vuole esattamente i Running Wild, né più né meno. Diciamo che il disco in questione quindi è il classico platter dei tedeschi, leggermente sotto la media di ciò che da decenni ci propongono, nonostante una produzione a livelli molto alti, capace di mettere in risalto il minimo suono. Tuttavia manca quel qualcosa di fresco e accattivante sentito nelle uscite precedenti. Ecco quindi che qualsiasi fan del capitano può tranquillamente aggiungere questo capitolo alla discografia precedente, senza però la minima illusione di aggiungere altra qualità sonora a quella già espressa sinora.

(Enrico MEDOACUS) Voto: 7,5/10