(Elevate Records) Si spinge oltre Filippo Tezza con quello penso sia il suo progetto solista più completo, più eterogeneo, più libero dagli schemi. Il frontman dei Chronosfear, anche loro freschi di album (recensione qui), fa un passo avanti rispetto all’ottimo “Withered” (qui) ed ingloba più o meno definitivamente, non solo ogni divagazione del black, ma -come di norma- ogni variazione sul tema non strettamente legata a questo genere… al quale il progetto SILENCE OATH è immensamente devoto. Favolosa la lunghissima “When the Pillars Come Down”: atmosferica, travolgente, trascinante, ricca di groove, di musicalità, di arrangiamenti intelligenti, con una chitarra intensa, linee di basso calde e quelle parti corali che esaltano il growl selvaggio; nel profondo emergono certi favolosi spunti gotici e qualche richiamo a un black diverso dal solito, più sulla scia di acts quali Lustre. Ma è solo una anticipazione. Drammatica e rocambolesca “An Irrational Mind’s Ludicrous Dominion”, con quelle chitarre fantasiose, quei cambi teatrali, mentre il black metal si espande verso altre evoluzioni corali nell’efficace “The Calling”, brano che ben mette in evidenza lo stile eclettico di Filippo, artista che riesce a passare da power a death e black… con destabilizzante noncuranza. La lunghissima title track è una suite nella quale una chitarra marcatamente heavy metal si lascia supportare da una potenza sonora dinamica, vasta, avvolgente, in grado di raggiungere dimensioni vicine ad un black che sa abbracciare sia tendenze goth che DSBM, conducendo alla conclusiva “Eradicate the Firmament”, brano che corona certi desideri emersi durante gli altri brani del disco, lasciandosi andare completamente verso un dungeon synth / dark-ambient di pregiata fattura, perfettamente collegato al black metal ricco di grandezza dei pezzi precedenti… sia in questo che negli altri album della carriera di Silence Oath. Cinquanta minuti abbondanti farciti di poesia estrema, di musica coinvolgente e sicuramente in grado di appassionare una vasta gamma di ascoltatori, toccando ogni angolo conosciuto del grande territorio occupato dal black.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10