(autoprodotto) Quarto album di questa one man band italiana, il cui mastermind, anche vocalist dei Chronosfear, cura altri progetti solisti, tra questi il power metal di Tezza F ed il death di Goliardeath. È proprio questo essere artisticamente eclettico la chiave di lettura del nuovo album di Silence Oath, in quanto pur essendo ‘il lato black metal’ di Filippo Tezza ormai lascia affiorare l’ampio spettro compositivo dell’artista, anche grazie al fatto che il black metal -rispetto al power- permette divagazioni stilistiche molto più ampie di molti altri generi nei quali è necessario rientrare entro certi parametri. I quattro brani del nuovo lavoro puntano ad un black più ricco di sofferenza, più oscuro, più pessimista, anche se non mancano brillanti accenti melodici i quali confermano tecnica e capacità già dimostrate in tutti gli altri lavori. La title track apre con suggestione, quasi post black incrociato con dimensioni gotiche… prima di esplodere in un ottimo symphonic black, non originale ma comunque avvincente, ricco di chitarra, accelerazioni, parentesi epiche, momenti più decadenti, riflessivi ed inquietanti. Accresce la tendenza epica su “Masquerade”, una tendenza che poi si tinge di malinconia, una malinconia uggiosa prima, celestiale poi. Più progressiva, imprevedibile e contorta “Pale Dying Sun”, un brano ricco di cambi stilistici mai scontati e sempre combinati con brillante genialità, mentre la conclusiva “Absinthe” offre un black pungente prima di scendere in piacevoli abissi circondati da depressione e mancanza di speranza. “Beneath a Bleeding Sky” (recensione qui) fu il passaggio verso il symphonic black dopo un debutto un po’ più grezzo, successivamente “The Void” (recensione qui) rivelava un black con palesi innesti power e dettagli progressivi: ora il nuovo “Withered” compie un ulteriore passo avanti inglobando l’esperienza stilistica del musicista in maniera più globale: sul nuovo album non ci sono ‘passaggi’ che appartengono ‘ad un altro genere’, non c’è questa evidenza di incrocio stilistico, c’è piuttosto una poderosa intensità sonora, una immensa e generale oscurità, un black più compatto il quale viene supportato dalle altre influenze piuttosto che includerle in modo evidente. Un nuovo passo avanti verso un nuovo livello di maturità artistica che sfocia in un album tetro, tanto poetico quando destabilizzante.

(Luca Zakk) Voto: 8/10