(Steamhammer / SPV) Che sia chiaro fin dall’inizio: se volete preservare le vostre vertebre, le vostre ossa in generale, vedete di stare alla larga da “The Arsonist”. Con questa premessa, ecco che il 17° album dei Sodom arriva con fare minaccioso, in linea con questo periodo complicato per il pianeta, il quale è torturato da guerre già in atto ed altre in procinto di esplodere… rendendo ancora una volta super attuali le tematiche trattate, ovvero -come da tradizione- l’incredibile capacità del genere umano di cercare di auto-estinguersi scatenando conflitti devastanti ed ingegnandosi nel concepire mezzi di distruzione sempre più potenti e letali. Dopo “Genesis XIX”, ovvero quello che definii un album di rinascita, questo nuovo capitolo vede la line up ormai stabilizzata, confermata, affiatata, capace di lavorare attivamente per la creazione dell’album, dalla composizione dei brani che porta la firma di tutti i membri, fino a varie scelte tecniche, compresa quella di registrare la batteria in maniera analogica, senza ritocchi tecnologici, ‘senza plastica’ come precisa Tom Angelripper. Brani efficaci, brani letali, magari meno ricercati ma sicuramente molto diretti e travolgenti: intensa “Witchhunter” dedicata allo storico batterista e amico deceduto nel 2008, oscura e catchy “Scavenger”, micidiale il mid tempo che emerge dalla dirompente “Taphephobia”. Tuonante “Sane Insanity”, diabolica e deliziosamente classica “Twilight Void”, un brano marziale, galoppante e incalzante. Un riff semplice ma crudele domina “Obliteration Of The Aeons”, prima della rocambolesca e conclusiva “Return To God In Parts”. Dietro un’altra favolosa copertina di Zbigniew Bielak (Ghost, Behemoth, Carcass, Mayhem, Vader, Vltimas, Dimmu Borgir, Enslaved e tanti altri), ecco un album granitico, scolpito da riff tanto essenziali quanto intelligenti e cinicamente concepiti per distruggere, arricchito da ottime linee melodiche e assoli che si amalgamano alla perfezione nello stile della band. Dopo oltre quarant’anni, Tom & co non si sono minimamente alleggeriti e e nemmeno sottoposti a qualsivoglia tendenza di mercato… anzi! Sembra quasi che la crescente crudeltà descritta dai testi venga in qualche modo amplificata e convertita in chirurgica crudeltà sonora, rendendo questa band iconica un’arma letale assolutamente invincibile, capace di trasformare ogni concerto in un autentico massacro, un banchetto disumano di disastri ortopedici e traumatologici. Ma questo lo avevo messo in chiaro fin dalle prime righe di questo racconto, quindi se siete arrivati fino a qua, spero proprio di trovarmi armati e con munizioni a sufficienza… perché solo ‘i proiettili giustificano la redenzione’!

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10