(I, Voidhanger Records) Grecia e Stati Uniti. Due one man bands. Una quantità innumerevole di album all’attivo (oltre ad EP, singoli e split) quattro per i greci attivi dal 2005 e ben ventisette per gli americani attivi dal 2002. Confini sperimentali del black metal, dell’ambient, del noise, del post black. La I, Voidhanger Records cattura queste due strane essenze e li accoppia in uno strano split ispirato ad un poema (omonimo) del poeta espressionista austriaco Georg Trakl. “Helian” è il poema, è il brano dei Spectral Lore (progetto già recensito qui e qui), è il brano dei Jute Gyte, con i musicisti accomunati in questa interpretazione deviata la quale è sovrastata dal dipinto “Morte e l’uomo” dell’austriaco Egon Schiele (discepolo di Gustav Klimt, esponente dell’espressionismo viennese). Le due imponenti tracce (venti e oltre ventidue minuti rispettivamente) sono destabilizzanti, asincrone, sincopate, dissonanti e oscenamente ossessive ed ossessionanti. Georg Trakl definì “Helian” il suo scritto quello più prezioso e più … doloroso. In una cacofonia psichedelica dispersa in ambientazioni autunnali, ad un passo dall’ultimo momento di vita, con in evidenza una natura selvaggia e pura, i due progetti -diversi ma in qualche modo convergenti- danno vita ad una opera lontana da qualsivoglia canone commerciale o musicale conosciuto. Una osservazione dolorosa dei misteri della vita divina, della vita terrena e dalla sua desolazione priva di senso.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10