(Avantgarde Music) Venticinque anni di attività, una calma apparente evidenziata dalla lentezza con la quale il leader Atratus pubblica i dischi, se consideriamo che il precedente “Anorexia Obscura” è uscito sei anni fa, un disco che rompeva a sua volta un silenzio durato ben dieci anni (split e compilation escluse); quella calma, tuttavia, viene subito devastata musicalmente, grazie ad un black che la band sud tirolese offre con impeto, rabbia, odio e un innegabile senso di disperazione, di tormento interiore. Tra violenza primordiale e ricercatezza atmosferica e melodica, gli otto brani coinvolgono, travolgono, tormentano: “Inverno, è stato” sa essere introspettiva e riflessiva, “Sole di Tenebra” materializza il caos, c’è drammaticità epica su “Mors Triumphans”, si rivela intricata la title track posta in chiusura, un brano corposo, ricco di dettagli, capace di abbracciare anche dimensioni ritualistiche evocative. Con chitarre taglienti, fredde e letali, linee vocali devastate e testi che abbracciano esistenza e meditazione, “Vacuum Coeli” è un album che in quel cielo vuoto osserva l’oscurità della notte, le tenebre della morte, la mancanza di luce di un io disperato, al collasso, autodistruttivo.
(Luca Zakk) Voto: 7,5/10