(BMG) Ci sono cose incredibili. Una di queste è quella che vede questa band, brevi pause a parte, in circolazione dal 1989… praticamente con la stessa line up. L’altra è che il 14° disco è anche il primo… il primo doppio album! Infine… “Dopamime” arriva ad un anno esatto dall’ultimo favoloso “All The Right Noises” (recensione qui), dimostrando l’esuberanza creativa della band di Londra. Una band immensa, provocante, geniale, aperta a un sacco di divagazioni, come quella atmosfera da tango esaltata dalla fisarmonica di “Just a Grifter”, o quel piano libertino della bluesy “Big Pink Supermoon”. I Thunder non dimenticano il metal, cosa chiarissima con brani come “The Western Sky”… un brano che ricorda gli Europe più personali e fuori dal prevedibile. Anima soul su “One Day We’ll Be Free Again” e “Even If It Takes a Lifetime”, hard rock irresistibile con brani quali “Black”, “The Dead City” e “Dancing in the Sunshine”. Intima e seducente “Unraveling”, introspettiva e malinconica “Last Orders”, energia drammatica con la bellissima “I Don’t Believe the World”. Molto southern “Disconnected”, sognante “Is Anybody Out There?”, prima dell’oscurità della conclusiva “No Smoke Without Fire”. Sedici tracce, tutte divertenti, tutte pulsanti, tanto adulte e moderne quanto infinitamente ottantiane… con lyrics ricche di satira, quella che emerge spontanea osservando un mondo sottomesso dai vari assurdi lockdown, in un viaggio onirico verso la ricerca di una ipotesi di felicità. Il titolo? Lo spiega Luke Morley, dichiarando che la dopamina è la sostanza che viene rilasciata con i social media, con la droga che rappresentano, con quella sensazione di piacere scatenata quando qualcuno apprezza le stronzate che scriviamo in rete o le selfie che pubblichiamo… scatenando quel desiderio impulsivo di visibilità e approvazione… cosa ben rappresentata senza tante metafore dalla bellissima copertina.

(Luca Zakk) Voto: 9/10