(Avantgarde Music) Ne hanno fatta di strada gli statunitensi Valdrin, che si ripresentano sul mercato con questo EP, a distanza di meno di due anni dal quarto album “Throne Of Lunar Soul”. Seguo la band di Cincinnati sin dal secondo album “Two Carrion Talismans”, e devo ammettere che il percorso di crescita intrapreso mi ha oltremodo sorpreso, passando da un black metal melodico debitore in tutto per tutto ai Dissection, ad uno stile unico e molto più personale che, pur rimanendo saldamente collegato alle origini, spinge le sonorità in territori progressive, riuscendo allo stesso tempo ad enfatizzare la brutalità, senza per questo rinunciare in alcun modo alle melodie epiche ed in un certo qual modo ‘cinematografiche’, indispensabili per dare forza narrativa ai concept che sin dagli esordi la band propone. La partenza è furiosa, con il black metal tirato e sinfonico allo stesso tempo di “Poison Soul Vents”, tra partiture violentissime improvvisamente bloccate da soavi tastiere, prima del finale, dove chitarre e keys si cimentano all’unisono tra caos e melodia. La vena progressiva di cui parlavo prima è particolarmente evidente nel riff che apre “Black Imperial Smoke”, con quelle dissonanze tanto care ai Voivod, eppure ottimamente inserite nello stile dei Valdrin, tanto da diventarne parte integrante del bagaglio tecnico e compositivo, esattamente come le sonorità vicine all’industrial di “The Muttering Derelict”. La conclusiva “Veins Of Akasha” richiama nuovamente alla mente i Voivod, con atmosfere cupe a-là “Angel Rat”, ma declinate in salsa black metal. Un lavoro maturo, per una band in continua evoluzione, nonostante abbia trovato uno stile ben riconoscibile.

(Matteo Piotto) Voto: 9,5/10