(Avantgarde Music)C’era da aspettarselo che una band contorta dal sound altrettanto alterato finisse accasata alla Avantgarde Music, a fianco di tante altre bands che sanno spingersi con intelligenza e creatività oltre i limiti. I francesi Void Paradigm in otto anni di vita hanno all’attivo due dischi precedenti a questo (qui la recensione del precedente “Earth’s Disease”), dischi nei quali il black metal di base si inoltra su sentieri alternativi, pur rimanendo dannatamente legati alle radici del genere. La divagazione che i Void Paradigm iniettano nella propria musica non è a base di synth, di effetti, di atmosfere post, alternative o psichedeliche… il genio di questo trio è basato su un uso sapiente di tecnica con gli strumenti ed una visione deliberatamente folle di ciò che ricade nel concetto di ‘arrangiamenti’, proprio come succede con la musica di bands quali Voivod, Deathspell Omega o Hail Spirit Noir. I Void Paradigm, tuttavia, riescono a generare una sensazione molto black, aggiungendoci quella favolosa componente tipica del movimeto francese e nel farlo, amalgamano spunti appartenenti ad un caleidoscopio musicale quasi illimitato. Se i due precedenti dischi contenevano cinque o sei tracce corpose, con “Ultime Pulsation | Demain Brûle” la band ha ridotto il contatore a soli due brani (di fatto quelli citati nel titolo), con una durata che si avvicina ai venti minuti per pezzo, instaurando quindi uno scenario più teatrale che strettamente musicale, considerando che è innegabile il fatto che ciascuno dei due brani contiene una tale quantità di materiale ed evoluzioni sufficiente per comporre una decina di canzoni di un album ‘normale’. “Ultime Pulsation” offre un’ambientazione inquietante. Il black metal è tuonante, le ricercatezze tecniche sono stupefacenti, emergono concetti laceranti, aperture verso il death metal, parentesi tanto delicate quanto ansiose, con un epilogo dal sapore trionfale. Molto più ricca di melodie sinistre ”Demain Brûle”, sempre espresse con arrangiamenti tanto complessi quanto provocanti e suggestivi. Il brano poi prosegue con plot twists indovinati, atmosfere pregne di disperazione, momenti sublimi e sfuriate prive di ritegno prima di un finale alquanto imprevedibile. Dopo cinque anni di attesa, dopo cinque anni durante i quali i tre membri (provenienti da acts quali Sordide, Ataraxie, Funeraliu, Bethlehem, Pin-Up Went Down, oltre che arricchiti da una formazione incentrata sulla musica classica) si sono dati per dispersi in qualche remoto anfratto lassù in Normandia, il nuovo lavoro è una macigno di oscurità, di poesia tetra e di tecnica sopraffina. Poi poco conta che le composizioni siano state incentrate su scale dodecatoniche (metodo di scrittura della musica con dodici toni, ovvero la scala cromatica, che porta alla conseguente definizione di ‘black metal dodecatonico’, come dichiarato dalla band relativamente alla propria musica): “Ultime Pulsation | Demain Brûle” è un immenso macigno sonoro che questi artisti scolpiscono con cura, con improvvisazione, con divagazione mentale, lasciando che una innumerevole quantità di figure sonore contorte possano finalmente essere liberate, fuoriuscire, rivelarsi per poi unirsi nel pennellare una tela capace di dipingere un mondo al collasso, un mondo che sta drammaticamente crollando, fragorosamente implodendo.

(Luca Zakk) Voto: 9,5/10