(Fighter Records) Spagnoli (e si sente lontano un miglio), all’esordio dopo un EP del 2018, i War Dogs fanno il loro onesto lavoro con un buon disco di heavy/speed/power alla vecchia maniera. Subito la titletrack, muscolare ma allo stesso tempo melodica, con un tocco di Tierra Santa e un altro di Maiden, senza dimenticare sullo sfondo l’us power. “Castle of Pain” evidenzia però uno dei problemi del disco: cori deboli e molto indietro rispetto al resto degli strumenti, per un effetto quasi farsesco… ben più solida “Master of Revenge”; tre minuti praticamente speed per “Ready to Strike”, mentre “The Shark” è una celebrazione (anche attraverso i suoi testi e i titoli dei suoi brani) di Mark Shelton, il leader dei Manilla Road prematuramente scomparso (vi partecipa anche Bryan “Hellroadie” Patrick, come è noto ultimo cantante della band). “The Lights Are On (But Nobody’s Home)” è un piccolo omaggio ad atmosfere più cariche, quasi alla Omen, mentre con “Gorgon Eyes” si fanno prepotenti gli influssi us, tanto che non siamo ora lontani dai Visigoth. Una prova apprezzabile di metallo vintage.

(René Urkus) Voto: 7/10