(WormHoleDeath) Dopo il citazionista “Ballads”, i costaricani Wings of Destiny tornano con un sesto album più personale: i riferimenti del sound sono sempre quelli del classico power metal sinfonico, ma la varietà non manca di certo in questo “Memento Mori”! Contemporaneamente aggressiva e melodica la opener “Playing With Fire”; in “Holy Grail” sembra invece di ascoltare le trame barocche dei Derdian… che il singer Anton Darusso sia stato influenzato dalla sua collaborazione con Marco Garau? Bel refrain e tastiere che danno l’impressione di emissioni di luce in “Reborn Immortal”; ottime trame neoclassiche per “Memento Mori”, mentre “Of Dwarves And Men” sfodera una furia che non ti aspetti da una band dai suoni così cristallini (molto del merito va ancora alla versatilità di Anton). Degna quadratura del disco è la conclusiva “Theater Of Tragedy”, che si porta sui 7’ fra fraseggi quasi progressive e altri momenti classicheggianti. Nel sound dei Wings of Destiny ci sono certamente gli Helloween dell’era Deris, gli Stratovarius (molto meno che in passato) e alcune complessità che, più che ai Blind Guardian direttamente, rimandano alle loro derivazioni come Mentalist, Persuader o Savage Circus; tuttavia, il mix che ne emerge è originale e vincente.

(René Urkus) Voto: 8/10