(Pride & Joy Music) Difficile dimenticare il nome dei Winter’s Verge, soprattutto perché sono una delle pochissime formazioni metal a provenire da Cipro: in archivio trovate la recensione del quarto album “Beyond Vengeance”, mentre oggi ci occupiamo del loro settimo. “The Ballad of James Tig”, basato su un racconto di un autore locale, Frixos Masouras, e legato a temi di mare e vendetta, è un disco power particolarissimo: i ciprioti scelgono sempre di essere ieratici, ammalianti, lenti, creando una atmosfera sinfonica che, se praticamente nulla ha a che fare con le sfuriate in doppia cassa caratteristiche del genere, convince proprio per la sua particolarità. “It begins” punta subito su una sofferta solennità epica; il refrain è ottimo, il chorus ammaliante. Anche “A Thousand Souls” ha ritmi quadrati e lenti, nei quali si può comunque cogliere l’epos ellenico. “Timeless” è una ballad raccolta, dall’andamento sinuoso e con un potente finale in crescendo; “I Accept” è l’unico brano che ha dei passaggi veloci, che in questo disco così particolare sono di ‘rottura’ in mezzo ai vari ‘lenti’. La titletrack è un folk praticamente puro, con un bel tocco di malinconia; la conclusiva “The Sea”, con i suoi poderosi e a tratti cinematografici otto minuti, è la chiusura perfetta per questo disco che vuole ascoltatori attenti e disposti a farsi trasportare in un mare di forti emozioni. “The Ballad of James Tig” è praticamente composto nella sua interezza da quei mid-tempo che negli altri dischi di genere sono presenti una, al massimo due volte: credo valga la pena di provare l’effetto.

(René Urkus) Voto: 8/10