fotopetrossi1Melodico, virtuoso, creativo, intelligente, arrogante, esibizionista. Un artista che crede molto in se stesso, che riesce a produrre musica e concerti di alto livello, anche grazie agli ottimi e distintivi membri che militano nella sua band. In seguito alla pubblicazione del quinto disco degli Iron Mask, “Fifth Son Of Winterdoom”, abbiamo avuto il piacere di avere intervista privata, fuori canali ufficiali. Quasi una chiacchierata tra amici. Il risultato è divertente e molto, molto interessante. Si capiscono tantissime cose del lavoro di questi artisti che per dare  a noi ascoltatori quei quarantacinque di musica, devono sostanzialmente sacrificare la vita intera. Tra risate e battute, Dushan dipinge lo scenario nel dettaglio, mettendo in evidenza le sue convinzioni, il suo credo, le sue posizioni ferme ed irremovibili, regalando anche una visione introspettiva nella sua personalità. Signore e Signori, Dushan Petrossi… (english version)

Ciao Dushan, grazie per questa opportunità. Hai appena pubblicato un nuovo disco, ottima occasione per  farti delle domande…. di fatto ne ho molte! Iniziamo: tu non sei un normale chitarrista. Posso dichiarare che appartieni ai virtuosi. Ma sei diventato conosciuto nel ’99 quando è uscito il primo disco dei Magic Kingdom, “The Arrival”. Praticamente come dire ieri, se guardiamo la storia del rock. Cosa hai fatto prima di allora, e come hai sviluppato la tua tecnica? Qual è il tuo background musicale?
Sono un chitarrista rock ma amo anche la chitarra acustica, di fatto iniziai con quella, che mio padre comprò un un mercato delle pulci, ed aveva solo 3 corde, ed io avevo 7 anni (ride, ndr) e mi innamorai subito del suono di una chitarra, mi impressionò, e capii che era la forma perfetta per esprimere il mio lato nascosto, i miei sentimenti e le mie emozioni, in quanto sono sempre stato un ragazzo timido, ma con la prima chitarra elettrica divenni più selvaggio e ribelle! La potenza di di un buon suono distorto mi ha invaso il cuore e cambiato per sempre. Imparai tutto da solo, senza insegnanti, tutta la teoria, le scale, gli elementi classici, l’orchestrazione, ho fatto tutto da solo in camera mia, ore a suonare, ricercare cose … e al tempo non avevamo internet, dovevamo comprare libri per suonare ogni assolo che amavo, e quando ebbi il mio primo studio a casa imparai pure le tastiere ed una orchestrazione più avanzata, lavorando con dei samples orchestrali; questa è una cosa che amai molto in quanto avevo molte possibilità di creazione, infinite, ed era proprio come piaceva a me, mi piace avere un album diversificato, con un sacco di sentimenti diversi, e quando leggo delle recensioni stupide, molto comuni oggi con la rete, che dicono che non sapevo cosa volevo sul mio album in quanto una canzone è lenta ed un’altra veloce e poi una mid tempo, mi rendo conto che quelle persone non capiscono nulla della mia musica, o magari sono molto giovani e sono ancora in tempo per smettere di scrivere per dedicarsi un po’ ad apprendere cos’è la musica, teoria, scale, e modali… questa cosa mi fa veramente sorridere… Amo non avere confini, nemmeno limiti, se un canzone è melodica e corta, allora è come deve essere, mentre un’altra canzone può essere di 10 minuti con elementi prog e un sacco di parti armoniche e melodiche… ecco, questo è il mio modo di creare arte.

Il tuo cognome è italiano. So anche che il mixaggio è stato fatto da un italiano! Una certa connessione con questo paese, quindi essendo di una webzine italiana, mi viene naturale chiederti della tua relazione con l’Italia, i fans Italiani, il cibo, le auto, i concerti, le donne, qualsiasi cosa ti possa piacere dell’Italia!
Si, amo l’Italia, mia madre era mezza italiana, mi sento a casa in Italia, amo il cibo, i panorami, ma più di tutto la gente; Abbiamo registrato la batteria in Italia, a sud, con Angelo Buccolieri (che è stato uno studente negli USA del grande produttore Michael Wagner)  ed è stato fantastico nello studio SUDE, gente molto professionale, mi sono divertito ogni singolo minuto di quel viaggio.

Spesso sei comparato con Malmsteen. Non è male: un chitarrista italiano recentemente ha dichiarato “Meglio essere comparati a Yngwie Malmsteen che a Justin Bieber…”. Non posso dargli torto, giusto? Ma credo tu abbia un tuo stile, molto diverso da quello di Yngwie. Come vivi questo confronto?
Oh non me ne importa molto, ho sempre detto che lui è una mia importante influenza, per la mia tecnica, ma io sono molto diverso, non puoi dire che senti solo lo stile di Yngwie quando ascolti i miei albums.

Visto che parlavamo di Malmsteen, è noto che lui è un maniaco delle Fender. Tu, invece, usi varie marche: LAG, ESP, Fender, giusto per citarne alcune. Per soddisfare i fans che sono anche dei chitarristi che leggeranno questa intervista, cosa puoi dirmi del feeling, del suono, della tua preferenza e scelda di ciascuna marca e modello? Parlmami di quel rapporto spirituale con quegli oggetti rituali con sei corde!
Beh, adoro suonare le Fender, e per me sono me migliori per quanto riguarda gli assoli, ma a volte usol le LAG (il mio endorsement) per le ritmiche, e recentemente ho anche usato Ibanez, ma il 98% dei miei assoli è registrato con Fender, ed ora ne ho una nuova Giapponese che suona pazzesca, la userò molto nel mio prossimo album. Sento che sia una parte della mia anima quando suono, parlo con le mie dita, e suonare veloce non è  sempre necessario, suonare le giuste note è il mio obiettivo principale. Devi far gridare la tua anima attraverso un pezzo di legno, e questa è la cosa più difficile dell’essere un artista, essere te stesso, la mia musica è ciò che sono io e non mi interessa se la gente dice che non è roba originale, nessuno ha inventato la musica originale, nemmeno Mozart o Bach, ogni musicista cerca di creare il suo universo con qualcosa che è stato già creato decenni prima che lui nascesse.

Parlando di nuovo dei Magic Kingdom, sono attivi? Stai scrivendo della musica per quesrta band? Qualcosa in arrivo? Ed inoltre: hai fatto cinque album come Iron Mask e tre con Magic Kingdom. Gli Iron Mask sono più recenti e hanno pubblicato molto di più. Come per te il rapporto tra i due progetti?
Si sono ancora attivi, e sto proprio ora lavorando ad un nuovo album che si intitola “Savage Requiem”. Io suono dal vivo praticamente solo con Iron Mask, mentre Magic Kingdom è più un studio project, ma un giorno mi piacerebbe fare un DVD live con una orchestra, e portare quei capitoli di tragedia metallica dal vivo; sarebbe fantastico.

A proposito di quei cinque album degli Iron Mask: sono usciti negli anni 2002,2005,2009,2011 e 2013. Una frequenza crescente. E’ la tua creatività che si sta evolvendo? Una forte necessità di pubblicare musica, fare tour, essere in contatto con il tuo pubblico?
La musica è la mia vita, ed oggigiorno devi essere produttivo altrimenti la gente compra di un’altra band, c’è molta scelta, ma d’altra parte solo i più forti sopravvivono e questo fa si che io faccia e voglia raggiungere solo il mio meglio, pubblicando album potenti.

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Una domanda che mi sono sempre posto e che ora ti giro: perché il tuo “side project” Iron Mask è una band e non un “solo project” con il tuo nome? Hai per caso intenzione di fare un album “solo”?
All’inizio c’era anche il mio nome, ma poi mi sono reso conto che la gente si ricorderebbe meglio solo il nome di una band. Un giorno faro un CD solo, magari con più roba ispirata al blues.

”Fifth Son Of Winterdoom”  vede ancora Mark Boals al microfono. E’ fantastico ci sia ancora un grande cantante come lui al tuo fianco. Com’è il rapporto con lui? Prende parte alla stesura delle canzoni o a decisioni o scelte della band? intendo dire, è solo un performer o è un membro degli Iron Mask al 100%?
Suonare dal vivo con lui non è un problema e non lo è mai stato, la cosa difficile è prendere 400 Euro da un club per fare un concerto, quando il solo biglietto aereo di Mark è intorno ai 1000 Euro, grazie a Dio vendiamo sempre un sacco di merch e ce la caviamo in quel modo. Mark non è coinvolto nella stesura di testi o melodie, ma nemmeno chiede di farlo; però gli piace come scrivo le linee per lui, gli ho chiesto di cantare delle melodie tipo opera  e pure dei toni alti, e la sua interpretazione è perfetta, e sarebbe quanto mai difficile per qualunque altro cantante non al suo livello; ma così è come io scrivo linee vocali; tuttavia lui si considera un vero membro della band, c’è sempre quando serve, quando dobbiamo andare in tour o fare un video; ed è anche un tipo simpaticissimo.

E’ anche il secondo album consecutivo con la AFM Records: sembra le cose funzionino con loro. Quanto è importante per pubblicare un disco, avere una una buona etichetta che crede in quello che fai e nel tuo modo di suonare?
Si, naturalmente è la miglior etichetta che abbiamo avuto, credono davvero in noi, amano la mia musica, e fanno sempre il meglio per gli Iron Mask; Sono molto soddisfatto di loro. E fanno un’ottima promozione.

”Fifth Son Of Winterdoom” è infatti un ottimo disco. Pieno di potenza, ottimi assoli, melodico, catchy: a cosa pensavi mentre lo componevi, e come lo compari con i precedenti lavori? Qual è stata la regola principale che hai seguito nella creazione di questo nuovo disco?
Non posso descriverlo, è come sento la musica, cosa ho scritto in un dato periodo della mia vita, è come una fotografia ma con note musicali; E’ diverso, potente, magari con qualche parte progressiva in più questa volta, ma sempre il marchi di fabbrica degli Iron Mask, epici, con quel feeling di inno, veloci, ma anche lenti e pesanti, e sempre con ritornelli grandiosi da cantare assieme!

Melodico, sinfonico, progressivo, power, neoclassico. Molte definizioni di metal, e spesso i confini non sono chiari. La tua opinione, e in quale territorio ti sentiresti più a casa, ed anche dove ubicheresti ”Fifth Son Of Winterdoom”? No, perché ci sono un sacco un sacco di cose li dentro da sentire…
Come ti ho detto, è ciò che mi piace sentire, mi piacciono album diversificati, è come quando devi mangiare: non mangi ogni giorno la stessa cosa! (ride, ndr)

Per restare in tema generi e categorie, voglio che tu commenta queste mie personali associazioni tra alcune delle tue canzoni del nuovo album e dei generi e/o stili:
“Like A Lion In A Cage”: guitar virtuoso, nella quale ti ritagli lo spazio per mostrare le tue capacità.
Vero, ma anche una canzone con un ritornello memorabile, lunghi versi, il mio obiettivo è sempre di avere un ritornello facile da ricordare che si stampi in testa.

“Rock Religion”: dannatamente heavy, molto power.
Giusto, ma anche con una componente che si avvicina all’inno.

“Father Farewell”: una ballad con un feeling neoclassico.
Giusto, triste ed emozionale, intensa ed intima. Con un assolo che tocca l’anima e che esprime ma mia rabbia contro il destino e le cose che mancano che non puoi combattere.

“Seven Samurai”: una di quelle ottime canzoni metal, con un feeling estremo oriente che l’epoca anni ’80 supportava ampiamente.
Si, ma è molto selvaggia, con qualche tiff thrash, ma anche con elementi molto prog.

“Run To Me”: heavy metal con una chitarra prog.
Molto melodica, più nello stile Rainbow (ride, ndr).

“One Commandment”: confessalo, hai crato una grande canzone metal, con grandi riff, una melodia superba il tutto attorno un ritornello che è legenda istantanea. E Mark canta in modo fantastico!!!
Che posso dire? Grazie! (ride, ndr). Questa sarà sicuramente nella set list dei prossimi concerti!

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Ora te lo devo chiedere: la tua canzone preferita dell’ultimo disco? Quella che pensi sarà più apprezzata? Quella che non ti stancherai mai di suonare?
Dura per me, forse “Rock Religion”, “Only One Commandment” (“Only” aggiunto da Dushan, ndr), mi piacciono le canzoni dirette per le esibizioni dal vivo! Anche “Like A lion In A Cage”! Le abbiamo già suonate nei concerti di Luglio prima di fare il video clip (ride, ndr)!

Puoi avere un grande album ed una ottima label, ma tra download illegale, le copie e altre cose, la carriera di una band è compromessa. Com’è il music business oggigiorno, secondo te? Quando è difficile fare un disco, pagare tutte le spese e assicurarsi che rientri dell’investimento e puoi andare in tour?
Beh, non lo sai, e non puoi prevedere il futuro davvero, noi cerchiamo di fare il nostro meglio con gli anticipi che prendiamo dalle label, ma è vero che è sempre più difficile ogni anno, quindi magari un giorno dovremo smettere, ma suoneremo ancora i concerti, e se non potremo più fare i CD, bhe, venderemo solo magliette, ma è vero, vedere che il download illegale diventa peggiore ogni anno…. spero il vinile sia la nuova soluzione…

Parlando di tour: quale è il piano per ”Fifth Son Of Winterdoom”? Possiamo sperare di averti qui per molti concerti, coprendo tutto il paese (forzandoti a passare molto tempo in Italia, cosa che in teoria dovrebbe divertirti molto)?
Certo! Mi piacerebbe un casino! Speriamo di trovare presto una agenzia di booking; Stiamo cercando di fare più concerti possibile, ma a volte i costi rendono le cose difficili.

Che piani hai per la track list del tour? Roba classica? Gli ultimi due album (per supportare il range ed il lavoro con gli Iron Mask di Mark Boals)? Magari il piacere di sentire quasi tutte le canzoni del nuovo disco?
Suoniamo sempre canzoni da tutti gli album; e naturalmente ci concentreremo un po’ di più sull’ultimo e le canzoni che abbiamo citato prima. I nostri concerti sono dove i fans possono cantare con noi, e questa è una cosa che definirei molto spirituale, la migliore sensazione del mondo. Uniti nel Metal!

Perché non fare un album live? Tu e Mark sareste registrati suonando fuori dalle strette regole dello studio, offrendo al pubblico tutte le vostre capacità e tutto ciò che potete offrire sul palco!
Magari lo chiedo alla AFM (ride, ndr)! E’ infatti una ottima idea!

Ultima domanda sull’ultimo album: adoro la copertina. Come è nata, cosa volevi esprimere con questa immagine… sono i due cani (bianco e nero) li per simboleggiare qualcosa, come il bene ed il male? Il tuo pubblico ne vuole sapere di più, dopo tutto quella è la prima cosa che vede quando compra il disco!
Lasciami un po’ spiegare i testi. Ogni canzone ha la sua identità, “Fifth Son Of Winterdoom” è una metafora poetica per spiegare come io vedo la mia “vita”, con la tristezza derivante dalla perdita dei miei genitori, e come sia cambiata la mia visione della vita da quanto ero un ragazzo, trasformando tutto in un pessimismo oscuro in merito al significato della vita stessa, le nostre speranze, e la cosa che ogni giorno dobbiamo affrontare, ovvero la brutale realtà della morte, che ti costringe a “sopravvivere” senza le persone che amavi di più, quelle che ti capivano meglio e sapevano chi eri per davvero. Io sono quindi il “Fifth Son of Winterdoom” (quinto figlio del destino invernale) in tutti i sensi, sono il quinto figlio della mia famiglia, e questo è anche il quinto disco degli Iron Mask, quindi in un certo senso il mio quinto bambino. Il bambino sulla copertina mi rappresenta, i due lupi, nero e bianco, sono i miei genitori che sono entrambi deceduti d’inverno. Questa è una maledizione invernale, un destino freddo.

Ok Dushan. Ti sarò sempre grato per l’opportunità! È stato divertente parlare con te! Spero di vederti sul palco molto presto… nel frattampo per favore chiudi questa intervista con un messaggio ai tuoi fedeli fans italiani, lettori di METALHEAD.IT…
Grazie un sacco per l’ottima intervista bro, spero che la gente in Italia voglia sentire il nostro nuovo album, non vi deluderà!!! E presto verremo a devastare un po’ di palchi li in Italia, lo prometto!!! Ciao e Grazie Mille! (Ringraziamento in Italiano, ndr)

(Luca Zakk)

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