FotoEternalsilenceIn occasione dell’uscita di “Raw Poetry”, il debut per Underground Symphony, scambiamo quattro chiacchiere con due membri chiave degli Eternal Silence: Marika Vanni, cantante e Alberto Cassina, chitarrista e cantante. Buona lettura!

Salve ragazzi, saluti da MetalHead! Cominciamo con una canonica presentazione della band?

Marika: Ciao a tutti, noi siamo gli Eternal Silence, band Symphonic Metal dalla provincia di Varese. Siamo qui per presentarvi il nostro primo album, “Raw Poetry” uscito a inizio anno per l’etichetta Underground Symphony.

Alberto: Il gruppo è formato da me e Marika, rispettivamente chitarra e voce, da Davide chitarrista solista, Alessio al basso e Davide alla batteria.

Mi sembra che le vostre sonorità siano abbastanza ‘leggere’ per gli standard di Maurizio Chiariello e della Underground Symphony… come avete attirato la sua attenzione e ottenuto il vostro contratto?

Alberto: Ci siamo messi in contatto con l’etichetta tramite il nostro produttore Giulio Capone. Maurizio ha ascoltato il nostro album e ha subito mostrato interesse nel collaborare con noi. Abbiamo vagliato diverse alternative e abbiamo deciso che avere alle spalle una casa discografica con l’esperienza dell’Underground Symphony fosse la scelta migliore.

Marika: Pur non sapendo esattamente il motivo che lo ha spinto a prenderci sotto la sua ala possiamo pensare che abbia visto del potenziale in noi, indipendentemente dalla ‘leggerezza’ del nostro stile rispetto ai suoi standard.

Dovendo nominare soltanto tre band, quali citereste fra le vostre maggiori influenze?

Marika: E’ difficile e forse riduttivo scegliere solo tre band. Siamo cinque persone con gusti musicali molto diversi e ciascuno contribuisce a creare il nostro sound. Non ascoltiamo esclusivamente symphonic metal, che è poi il genere che proponiamo. Per fare un esempio il nostro bassista Alessio ama le sonorità neoclassiche e questo spesso emerge nel disco, apprezziamo il power metal nordeuropeo ma anche l’hard rock.

Veniamo adesso al nuovo album “Raw Poetry”… “The Day of Regret” e “December Demise” sono i pezzi che mi hanno colpito maggiormente. Ne parliamo?

Alberto: Non potevi scegliere due pezzi più diversi. “The Day of Regret” è stato uno dei primi pezzi dell’album che abbiamo creato a quattro mani io e il nostro ex chitarrista Mario. Oltre a essere il primo pezzo del disco è anche il brano di apertura dei nostri concerti. Ha quella giusta dose di energia per rompere il ghiaccio e catturare il pubblico. “December Demise” invece è stato scritto a ridosso delle registrazioni del disco. L’avevo pensato come un pezzo strumentale da utilizzare come bonus track, invece quando l’ho fatto sentire agli altri membri del gruppo abbiamo deciso che non poteva non far parte del disco a tutti gli effetti.

Marika: Come dice Alberto musicalmente sono due pezzi molto diversi, anche se i testi di entrambi trattano il tema della morte e di come viene affrontata dai protagonisti. “The Day of Regret” parla di un uomo che, dopo aver condotto una vita di eccessi al servizio del denaro e del successo, si ritrova sul suo letto di morte e capisce troppo tardi di non aver dato importanza a ciò che realmente conta. “December Demise” invece racconta gli ultimi momenti di vita di un guerriero caduto in battaglia, che ripensa al suo mondo e a quello che sta lasciando aspettando il suo ultimo respiro, mentre lentamente viene sepolto dalla neve…

Come sono andate le registrazioni? Ci sono aneddoti particolari da raccontare?

Alberto: Le registrazioni sono andate benissimo! Sono riuscito a seguire personalmente tutte le fasi del processo ed è stata un’esperienza davvero coinvolgente, mi ha arricchito e mostrato una parte nuova del lavoro di musicista. Spesso credi di aver scritto un pezzo perfetto, di aver arrangiato una canzone nel modo giusto e ti ritrovi a rimettere tutto in discussione, per arrivare al risultato migliore guardando all’insieme dell’album.

Marika: Per quanto riguarda gli aneddoti da raccontare ce ne sono davvero tanti che hanno contribuito a distendere il clima di professionalità che dovevamo cercare di mantenere. A dire il vero solo pochi possono essere riportati in un’intervista… momenti di ilarità apparentemente immotivata, tonnellate di trash food per sostentare i nostri cervelli, corde che saltano, file che si cancellano, piccole sventure che ci fanno ancora sorridere.

State supportando l’uscita con qualche apparizione live? Vi è facile ottenere date nella vostra zona e riuscite anche a suonare all’estero?

Alberto: Cerchiamo di mantenere una costante attività dal vivo, credo che riuscire ad esibirsi sia una parte fondamentale dell’essere musicista, al pari del comporre o registrare. Abbiamo alcune date programmate per i prossimi mesi e aspettiamo ancora qualche conferma per quanto riguarda l’estate.

Marika: Non è sempre facile ottenere date per chi propone la propria musica, spesso ci si deve affiancare a cover band o tributi per poter raggiungere alcuni locali che, giustamente, puntano anche alla riuscita delle serate. C’è da dire però che, con un album all’attivo, alcuni organizzatori di eventi sembrano supportare di più la musica emergente. Attraverso i social network ci rendiamo conto che anche all’estero la nostra musica è apprezzata, e riuscire a portarla live oltre confine è sicuramente uno dei nostri obiettivi. La nostra esperienza ad oggi è limitata alla vicina Svizzera, anche se stiamo lavorando per riuscire a spingerci più lontano.

Curiosità: quanti membri della band sono impegnati anche nella ‘vita normale’ con un lavoro che riguardi la musica?

Marika: Riuscire a vivere di musica è un po’ il sogno che accomuna tutti noi, purtroppo ad oggi siamo quasi tutti impegnati in attività lavorative di tutt’altro genere. Unica eccezione il nostro chitarrista Davide che nella vita è un apprezzato insegnate di chitarra che collabora con numerose scuole, lavorando anche con alcuni ragazzi disabili come musicoterapista.

 Qualche anticipazione sul futuro delle vostre attività?

Alberto: Al momento stiamo lavorando per portare al massimo la nostra resa dal vivo e promuovere ‘Raw Poetry’ nel modo migliore. Nel frattempo però continuiamo a creare nuova musica e a pensare al nostro prossimo album. Ci sono già parecchie canzoni sulle quali stiamo lavorando e abbiamo intenzione di proporne qualcuna durante i nostri prossimi concerti, per vedere come reagirà il pubblico. Non sappiamo ancora quando le registreremo ma spero il più presto possibile!

Vi ringrazio per la vostra disponibilità, volete salutare i lettori di MetalHead? Le conclusioni naturalmente spettano a voi!

Marika: Un grazie a voi per l’opportunità che ci avete concesso e un saluto a tutti i vostri lettori! Se vi è piaciuta questa chiacchierata e se vi abbiamo incuriosito vi invitiamo a seguirci sui nostri social e, perché no, a comprare il nostro album ‘Raw Poetry’!

Alberto: Fateci sapere cosa ne pensate, e se ne avrete l’occasione venite a vederci dal vivo, non ve ne pentirete!

(Renato de Filippis)

Recensione