Marco Krasinski è la voce e basso dei Fomento e nelle righe che seguono ci illustra la lavorazione che ha portato la band thrash/death metal al nuovo album “To Persevere Is Diabolical”. Ottimo titolo, ottimo album, ottima copertina (realizzata da un Big delle cover); i Fomento si dimostrano indiscutibilmente tra le migliori realtà estreme italiane.

“To Persevere Is Diabolical” è un lavoro ben riuscito. Dai le tue personali indicazioni su come si ponga avanti rispetto al precedente (e ottimo) “Either Caesar or Nothing”.
Prima di tutto grazie per i complimenti. Il nuovo disco è frutto della naturale evoluzione della band, ci piace dire che come genere e stile ci siamo un po’ “impolacchiti”. E’ sempre thrash metal moderno al fulmicotone ma adesso c’è molto più death e un po’ di black sparso qua e là. In molti credevano che avremmo abbassato il tiro e magari puntato a qualcosa di più orecchiabile, melodico o lento, credo con soddisfazione che li abbiamo delusi!

 Tra i due album sono passati quattro anni, spiegami cosa hanno fatto i Fomento e come sono arrivati poi a scrivere “To Persevere Is Diabolical”.
Beh, abbiamo dovuto cambiare due membri della band con l’arrivo di Tommy Aurizzi (Chitarra solista) e Umberto Maliziotti (batteria) con cui poi abbiamo fatto un tour in Russia ed Est Europa con i Vader. Non appena tornati abbiamo cominciato a scrivere materiale per il disco. Avevo qualche idea soprattutto a livello concettuale e lirico e da lì siamo anche partiti per dare una nuova impronta a tutto il progetto musicalmente. Grossomodo ci abbiamo messo un paio d’anni per finirlo in tutto e per tutto, tra scriverlo, arrangiarlo, registrarlo, mixarlo, fare l’artwork ecc. ecc.

Avete chiesto a Brent Elliot White (Arch Enemy, Trivium e altri) di realizzare la copertina dell’album, come mai avete scelto lui? E’ stato facile chiedere di lavorare per voi? Inoltre quel Cerbero cosa indica?
Ho contattato Brent, in quanto fan del suo incredibile lavoro, spiegandogli in dettaglio il nostro progetto e cosa avevo in mente graficamente per le grafiche del disco. Gli è piaciuto molto il concept ed essendo poi una cosa che non aveva mai fatto è stata una bella sfida. A quanto mi ha detto l’idea era anche piaciuta molto alla sua ragazza, magari l’ha convinto lei AHAH! C’era un piccolo Cerbero sul retro del primo disco, quindi per dare una continuità anche visivamente al nostro lavoro mi è venuto in mente di riproporlo ma in una vesta più importante e decisamente più cattiva.

In fondo al booklet dell’album si legge “Proudly Abusing” e i loghi delle marche a corredo della vostra strumentazione, sono tredici: Gibson, Mesa/Boogie, Peavey, Boss, Tama e altre. In cosa consiste questa citazione: siete endorsers, c’è un patto di sponsorizzazione, insomma come si traduce nella sostanza questo abusing?
Sono semplicemente gli strumenti, amplificatori ed effetti che usiamo dal vivo e che abbiamo usato per registrare tutto il disco. Abbiamo passato diversi anni a studiare e perfezionare il nostro suono e siamo particolarmente soddisfatti del risultato finale (anche grazie a Matteo Gabbianelli degli studi Kutso Noise Home che ha curato la registrazione e mixaggio di “To Persevere is Diabolical”).

Potresti spiegarmi il significato del testo di “Necropotency”?
Negli ultimi anni mi ero accorto di come avessero cominciato a sbucare come funghi da tutte le parti un sacco di reunion bands. System of a Down, Faith No More, Skunk Anansie ecc ecc. Quando poi è morto Roonie James Dio mi sono chiesto, chissà quanto ci metteranno a fare una reunion dei Black Sabbath giusto per sfruttare la cosa e spremere un altro po’ i fan. Da lì l’idea per questo pezzo che è un gran “vaffanculo” all’industria discografica che invece di investire in band emergenti, valide, con idee nuove, preferisce riesumare vecchie carcasse facendo anche credere ai fan che ce ne’era bisogno.

Una volta lessi che voi avete una modesta attività live, o almeno vi si rimproverava questo. E’ ancora così? Cosa vi frena in questo tipo di attività?
Siamo stati sfortunati perché come ho detto prima dopo l’uscita del primo album abbiamo dovuto cambiare due componenti della band, il che ha ovviamente rallentato un po’ tutta la faccenda per la promozione di “Either Caesars or Nothing”. Sono sicuro non avremmo questo tipo di problema questa volta.

Nell’immediato quali progetti avete in mente di realizzare?
Ora che è uscito il disco cercheremo di portarlo in giro il più possibile dal vivo e se tutto va bene entro la fine dell’anno dovremmo anche riuscire a fare uno o più tour europei, per spingerlo anche all’estero.

Ti ringrazio per il tempo concesso a Metalhead.it. Ti lascio la chiusura di questa intervista.
Grazie mille per l’intervista e spero i lettori andranno a dare un’occhiata al nostro nuovo disco!
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AlbertoVitale

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