fotolucafassinaLeggo “On Stage (Back Stage) – 100 canzoni immortali dall’alternative rock al metal estremo raccontate dai protagonisti” un po’ ovunque. In mezzo ad un bosco, alla fermata del bus, mentre attendo che il pavimento lavato asciughi. Poi lo rileggo, per riassaporare certi aneddoti e fatti riportati dall’auotre. Lui è Luca Fassina, cioè Hard!, Metal Maniac, Classic Rock; giornalista di lungo corso, uno che ha scritto di musica vivendola, sotto al palco, nel backstage, nelle stanze di un rocker o al tavolo di qualcuno di essi e…ma lascio parlare lui!

Sei una delle penne musicali più importanti d’Italia, ma c’è qualcuno che non ti conosce. Dunque, chi è Luca Fassina?
‘Importante’ non credo, meglio longevo: ho iniziato a scrivere di rock sul primo numero di Hard! La rivista di Musica Robusta che usciva negli anni ’90: era un periodo molto entusiasmante per la musica internazionale e in dieci anni ne abbiamo viste – e fatte – veramente di tutti i colori. In quel periodo, i computer venivano utilizzati solo come macchine da scrivere, Internet non era di certo la fonte di illimitate informazioni che è oggi, e il lavoro del giornalista ti dava persino uno stipendio che ti permetteva di vivere! Parlo di un tempo in cui non si pagavano i meet & greet, le case discografiche ti mandavano il vinile per fare la recensione… sì, sono un nostalgico: in quei giorni essere un giornalista rock era anche uno stile di vita (non avete idea di quanto fosse vero questo, ndr). Ogni settimana c’erano almeno un concerto, un paio di showcase, due o tre interviste, una festa o la presentazione di un disco… e quando tornavi a casa alle cinque del mattino, dovevi anche scrivere. Spossante ma elettrizzante al tempo stesso. Dopo aver firmato il numero 100 di Hard! ho lasciato questo mondo per diversi anni. Ho ricominciato a scrivere di musica grazie all’amico Alex Ventriglia, vecchio ‘avversario di penna’ e oggi direttore di Metal Maniac, in occasione della morte di Ronnie James Dio. Ho scritto un paio di pezzi per Rolling Stone Online, e quando Classic Rock è arrivato in Italia, mi sono proposto alla redazione, con la quale collaboro tuttora. L’ultima avventura in ordine temporale è la collaborazione con RicetteRock.com: un sito inventato da due ‘vecchi’ compagni di rock, Andrea Bariselli ed Enrico Salvini.

“On Stage (Back Stage)” un libro che parla di 100 canzoni indimenticabili, ma non solo. Ogni canzone è introdotta da una sommaria storia della band che l’ha realizzata, qualche riga sull’album che contiene i pezzi che esamini e poi ci sono retroscena, storie e personaggi che hanno fatto le canzoni. Si chiude con una fotografia sul presente delle band. Come hai deciso questa struttura e il senso stesso del libro?
Volevo dare al lettore una visione d’insieme del momento in cui una determinata canzone è nata. I più navigati si troveranno a ripercorrere storie che già conoscono e, spero, che possano scoprire qualche chicca tra gli aneddoti che riporto, ma questo è un libro rivolto soprattutto ai più giovani. L’inserimento dei QR Code è stato fatto pensando alla generazione 2.0: mentre leggi di un gruppo che magari hai solo sentito nominare, puoi al tempo stesso vedere il video su Youtube sul tuo mobile device.

Io l’ho letto con piacere ”On Stage (Back Stage)”, ti stimo come autore, hai parlato in prima persona con molti musicisti citati nel testo. Tuttavia il libro mi è sembrato uno di quelli da “mordi e fuggi”, cioè capitoli, argomenti, di una pagina o poco più, ognuno indipendente dagli altri e molto sintetici. E’ stata una scelta editoriale? Hai deciso la forma di ”On Stage (Back Stage)”?
“On Stage (Back Stage)” è stato concepito come un insieme di schede da poter leggere senza un preciso ordine: sono tante piccole storie che iniziano e finiscono. Questo genere di libri non si presta a un discorso continuativo, perché ha troppi argomenti differenti da legare assieme. Ammetto che alcune schede, come quella sugli Skunk Anansie, avrebbero potuto essere più ricche.

100 canzoni e 100 autori…come hai fatto a scegliere le prime e i secondi?
I secondi sono una conseguenza delle prime… e viceversa: sono partito da una proposta di centoventi, centotrenta tra titoli e gruppi ‘imperdibili’, poi con Eugenio e Max della Tsunami Edizioni abbiamo discusso su quali fossero le signature song di cui parlare, perché spesso ce n’è più d’una (prendi per esempio i Metallica con One o Enter Sandman) e non aveva senso mettere due canzoni dello stesso gruppo. Su una sessantina di pezzi ci siamo trovati tutti d’accordo, mentre sulle altre è stata una faticata: a un certo punto c’erano più di duecento papabili in lista!

Ho trovato piacevoli le pagine su Gillan e il suo racconto su “Smoke On the Water”. Non è stata la rivelazione del come andarono le cose, ma la circostanza che descrivi: un tavolo e intorno lui che parla e altri che ascoltano, bicchierini di alcol che sostituiscono altri vuoti e Ian che continua a parlare. Un qualcosa di…magico!
Mi fa piacere che sia passata quell’atmosfera: condividere con il lettore certe situazioni che ho avuto il privilegio di vivere è per me un grande onore. Come ti dicevo, per me essere un giornalista musicale vuol dire vivere anche un certo stile di vita: il chiodo che porto oggi è lo stesso che ho comprato a Londra, quando ci vivevo negli anni Novanta… non è un’uniforme da mettere per andare a fare un’intervista o per farmi vedere a un concerto. Io sono innanzitutto un appassionato di musica e un fan, che ha avuto la fortuna di poter avere un’occasione di fare della propria passione un lavoro.

fotolucafassina3Il libro è corredato da una serie di foto di artisti importanti e alcune in tua compagnia. C’è qualche aneddoto su alcuni scatti?
La foto con Steven Tyler è stata scattata durante un meet and greet con la band: ho richiamato la sua attenzione e gli ho mostrato la mia macchina fotografica usa-e-getta, chiedendogli se potevamo fare una foto assieme. Prima che potessi avvicinarmi sono stato letteralmente sollevato da terra da una delle guardie del corpo più grosse che mi sia mai capitato di incontrare. Per fortuna, prima che venissi buttato nel sacco della spazzatura, Steven si è intromesso con fare da padrino, ha allontanato lo scimmione e si è messo in posa.

Ho intervistato Johnny Van Zant nella sua camera d’albergo. In quel periodo avevo adottato un look alla B. A. Baracus, ma senza cresta: in pratica avevo una lucida palla da biliardo. Johnny ha fissato la mia pelata per tutta l’intervista e quando alla fine abbiamo fatto una foto assieme, mi ha messo scherzosamente in testa i suoi capelli.
Durante l’ultimo concerto dei Marillion a Milano stavo facendo delle foto dal ‘pit’ e a un tratto non vedo più un tubo. Scosto l’occhio dall’obiettivo, e mi trovo Steve Hogart che torreggia sopra di me durante un a-solo. Non sono un fotografo di professione, ma quando un artista ti guarda dritto in camera non puoi perdere l’attimo: questa foto è sbagliata, fuori fuoco… tutto quello che vuoi, ma mi piaceva molto.

Le tue sincere impressioni e opinioni su alcuni musicisti visti in tua compagnia: Steve Harris.
Steve Harris è un puro, semplice, passionale, determinato, fottuto metallaro. Ha saputo guidare una tavola da surf tra le rapide della new wave of british heavy metal, trasformandola in un galeone capace di arrivare a spaccare il culo ancora oggi: nonostante la scelta della scaletta dell’ultimo Sonisphere in quel postaccio infame che è la piana di Ghiza-Rho non sia tra le mie preferite, gli Iron Maiden hanno dimostrato di esserci ancora alla grande, e devono tanto al loro lungimirante bassista.

fotolucafasina2Slash.
Slash è maturato tanto nella sua carriera. Lo ha dimostrato durante la conferenza stampa di presentazione di Apocalyptic Love, quando il – solito – giornalista coglione gli ha fatto una domanda su Axl, unico argomento da evitare, praticamente in apertura di conferenza stampa. In passato si sarebbe alzato, se ne sarebbe andato, e tutti i presenti sarebbero rimasti senza intervista. In quest’occasione ha guardato per un attimo il deficiente e poi è passato come se niente fosse alla domanda successiva. In una storia di copertina che ho firmato per la rivista YouTech, mi ha spiegato il suo amore per il fare buona musica con dovizia di particolari: è un musicista completo che ha saputo gestire la sua vita e che a un certo punto, come Dave Mustaine, ha avuto il coraggio di crescere.

Rob Zombie.
Ho inseguito un’intervista a Rob per sei mesi. Quando finalmente sono riuscito a incontrarlo, il 12-12-12 durante il suo concerto con Marilyn Manson a Casalecchio, ho scoperto un uomo molto pacato ma al tempo stesso pieno di passioni. È un artista completo, capace di trasmettere tanto. Vederlo sul palco è stata una rivelazione: quanta energia, quanta selvaggia professionalità! Le Streghe di Salem non mi ha colpito come invece hanno fatto altri suoi film (La Casa dei 1000 corpi o il remake di Halloween), ma la colonna sonora spacca di brutto e sono curioso di leggere il libro che  ne ha tratto.

Quando “On Stage (Back Stage)” sarà un best seller e la Tsunami ti chiederà il seguito, Luca Fassina cosa farà?
A parte offrirti da bere? Credo che se ci fosse una ristampa la integrerei con le interviste che sono arrivate DOPO la chiusura del libro e che, purtroppo, non abbiamo potuto includere. Alcuni artisti si sono dimostrati estremamente collaborativi, altri non hanno mai risposto, altri ancora lo hanno fatto in modo telegrafico: se leggi il pezzo sui Ratt, puoi vedere come Juan Croucier sia stato categorico e sintetico… quando ti capitano interviste così è un vero casino. Per il seguito, invece… mandatemi le vostre richieste, così avremo altre duecento canzoni su cui scannarci.

Grazie mille. Il congedo dai lettori è di tua competenza.
Spero che le nostre parole vi abbiano invogliato a leggere il mio libro, che trovate in libreria o sul sito della Tsunami Edizioni (http://www.tsunamiedizioni.com/). Se volete seguire quello che faccio, mi trovate qui: www.syns.it. Come ho scritto alla fine dell’introduzione, l’unico modo di vedere la vostra canzone preferita su questo libro, se non c’è, è fare in modo che la prima edizione faccia il tutto esaurito: in questo modo potrò proporre alla Tsunami “On Stage (Back Stage) vol 2 – Altre 100 canzoni immortali dall’alternative rock al metal estremo raccontate dai protagonisti”

(Alberto Vitale)

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