Il secondo disco dei Nekrosun è davvero una delle uscite più interessanti della scena italiana in questo 2012 che volge al termine. Alle nostre curiosità sull’album e sulla band risponde, con grande acume e raffinatezza, Alberto Bernasconi, che si presenta non semplicemente come cantante, bensìì come ‘lyric/philosophy/poem writer’ della formazione lombarda.

Buongiorno Alberto, benvenuto sulle pagine di MetalHead! Soddisfatto della vostra ultima fatica, “The Grace of Oxymoron”?
Molto, grazie. Realizzato bene, ricco, pieno, vissuto. Abbiamo dato molto a questo album. È la consacrazione delle nostre intenzioni. Ora sappiamo sempre da dove partire e sappiamo come realizzare le nuove composizioni. Ne siamo fieri soprattutto perché il sound è innovativo e sbocciato come una personale identità.

Sentiamo una presentazione della band e ripercorriamo il suo recente passato… in particolare, quali sono le motivazioni in base alle quali avete scelto il nome ‘Nekrosun’?
Ideai il nome, approvato poi dalla band, partendo da una delle filosofie che avevo scritto e che stavo vivendo sulla mia pelle. La ‘teoria del sole morto’. Situazione metaforica di sopravvivenza nella propria esistenza da parte di ognuno, più o meno, nel periodo che viaggia tra la fine di un sole e la nascita di uno nuovo. È il periodo di mezzo in cui, metaforicamente parlando, si è esseri vivi in un ambiente morto, dato che il sole non c’è più. Si sopravvive in ogni modo attendendo quando e se il nuovo sole apparirà finalmente. Questo ricorda di come molto di ciò che viviamo nasce dalle ceneri di un passato e che vi è un percorso molto difficile da intraprendere. Presi le parole “Nekros”, ovvero “morte” in greco antico, e “Sun” sole in inglese moderno. Appunto un modo di unire passato e presente per creare un futuro, il nostro genere musicale. Mai nome fu più azzeccato idealisticamente, sia per il sound che unisce elementi così distanti, sia per le peripezie che abbiamo passato. Il nostro percorso fatto di difficoltà, di gente che ha illuso, gente che è sparita nel bisogno, delusioni e poi crescita ma anche soddisfazioni. Siamo un sestetto che è cresciuto ed evoluto insieme, musicalmente e come persone. Proviamo a crearci il nuovo sole. Sorgerà.

Cosa intendete invece per ‘unlimited metal’? Una definizione ambiziosa, devo dire!
Non riuscivamo proprio a catalogare o a definire il nostro genere. Anche il pubblico e le persone non ci riuscivano, o quantomeno tentavano di dare delle ipotesi di cui non erano affatto convinti. Ci rendevamo conto di creare qualcosa di ambizioso, difficile e di una certa caratura. Comprendevamo di quanto le influenze musicali totalmente diverse per ogni singolo elemento della band condizionavano il nostro sound. Spaziavamo tra esse senza soffermarci. Senza limitarci. Senza limiti. Ecco l’Unlimited metal. Non un genere, molti, anche non metal a volte, a formarne uno armonico e naturale. E spazieremo ancora, su altri nuovi orizzonti.

“Cryostasis” e “Litania” sono a mio giudizio due dei brani simbolo dell’album. Ne parliamo più approfonditamente?
I due significati sono diversi dietro ognuno dei brani: nel primo si tratta della condizione metaforica di “glacialità” per stoppare un dolore e trovare il modo di curarlo nel tempo prima che esso abbia nuovamente effetto; mentre nel secondo si parla di come nella fase notturna troviamo gli elementi più complicati della nostra esistenza, di come la nostra mente si apra a recepirli maggiormente, ma allo stesso tempo ci attacchiamo alla vita ricercando in noi la forza spirituale per continuare.  A parte ciò il sound che scorre in questi due brani, così come in “Mental Misanthropy” e “The lilium I loved”, espone più chiaramente la nostra ricerca musicale così variopinta ma ben assemblata. C’è in “Cryostasis” l’elemento industrial, elettronica, lirica, sporchi graffianti ed effettistica strumentale. In “Litania” cinque o sei quadranti diversi, tra cui risaltano la parte centrale ‘lenta’ piano e voce imprevedibile ma efficace e atmosferica che riapre con intrecci di chitarre per bastonare su un blast che porta ad un finale a sorpresa. Ce ne sarebbe da dire anche su tutti gli altri come l’apertura in solo vocale di “The lilium I loved” che porterà a quella fase con archi e velocizzazione per una esplosione incredibile prima in un modo e poi in un altro. La parte migliore dell’album ritengo. Insomma, il sound ha un marchio Nekrosun ed ogni canzone ha la sua caratteristica.

Ho scritto nella mia recensione che i vostri testi sono la marcia in più dell’album: qual è l’idea filosofica che sta alle spalle delle lyrics?
Personalmente ti ringrazio di cuore per questo. Tengo ai miei scritti ancor di più che alle mie parti vocali. Ho molto da dire. Ho compreso molte cose e le ho portate in scrittura, in poesia e poter cantare ciò che creo mi rende ancor più orgoglioso. Non è identificabile come concept album tuttavia. Semmai viene esposta la base da cui parte il tutto. Comunque, l’idea filosofica sull’intero album spiega quale grande fascino ci sia nell’equilibrio che fa convivere assurdità e opposti in un’unica persona, cosa, situazione. Vediamo questo dappertutto intorno a noi. Spesso non ci capacitiamo di come sia possibile. Io soprattutto. Ma è innegabile ciò sia funzionale e abbia una sua mirabilità. Il mondo funziona su sue regole, inspiegabili, illogiche talvolta, ma stupefacenti nel bene e nel male. Ogni canzone attinge da tutto ciò, si ripercuote il concetto in ogni track, ma ognuna ha un suo argomento personale figlio del concetto madre. Più avanti pubblicherò un libro di poesie in cui questi argomenti trovano ampi spazi. Il prossimo album avrà una filosofia ancor diversa.

Ancora sui tuoi testi: c’è un messaggio religioso (o anti-religioso) in quello che scrivi? Alcune allusioni mi lasciano pensare che sia così…
In vero, né l’uno, né l’altro. La spiritualità e la fede fanno parte dell’unione di opposti che dicevo. È un continuo circolo tra affidamento, devozione, illuminazione, dubbio, abbandono, rabbia. E ancora si salta da uno stato all’altro. Sono un uomo che tiene molto alla spiritualità e come tale vivo anch’io tutte queste fasi. Come dico nei testi: “il bene o il male: nessuno è degno” e ancora “tutto è dentro di noi, inconcepibile realtà, la maestà sulla croce, la grazia dell’ossimoro” ed infine “il prezzo dal mio Creatore: perdere tutto per trovare tutto”. Come puoi quindi capire parlo di tutti gli stati che il rapporto uomo – entità divina/spirituale porta. Nel bene e nel male.

Dal vostro sito internet si deriva che avete una attività live piuttosto intensa… è facile eseguire la vostra musica sul palco? Vi si offrono possibilità di caratura europea?
Per i live europei abbiamo chi se ne occupa e attendiamo lui. Di live ne abbiamo fatti diversi ma non abbiamo trovato ancora per il momento quel che cerchiamo. Attendiamo e puntiamo apposta all’estero. Per capire andazzi e abitudini dei metallari o del pubblico in generale fuori dall’Italia. Certo che suoniamo volentieri in Italia ma il nostro obiettivo è fuori dai confini poiché probabilmente il pubblico comprenderebbe di più la nostra musica.

Cosa pensate del download legale e a pagamento della musica? Io sono uno di quelli vecchio stampo, che senza il cd fisico non riesce neanche a concentrarsi su quello che sta ascoltando, ma la tendenza del mercato sembra quella del tutto opposta…
Sono d’accordo in quanto anch’io compro quasi esclusivamente cd fisici. Addirittura vinili quando mi capita l’occasione. Diciamo che “romanticamente” parlando la “freddezza” si insinua su quasi tutti i prodotti fisici, compresa ormai la musica. Ogni cosa segue la scia del tempo che sta vivendo. Pensiamo anche all’editoria e ai libri: il fenomeno e-book sarà sempre in maggior crescita, costa meno ed è più immediato ed accessibile. Il download sicuramente ha la sua peculiarità principale e utile di poter raggiungere lavori che non potremmo sentire o acquistare con facilità. Tuttavia, preferisco cd o vinili ed in particolar modo se acquistati ai concerti dopo aver ascoltato i pezzi da live. Senza contare che l’artwork estetico di un album dice molto, in genere, sull’identità di una band e su quello che si va ad ascoltare. Altrimenti è come se non avesse un abito. Come libri senza carta e copertine. Appunto, anche qui, una sorta di freddezza.

Oltre all’imminente live con i Therion, ci sono altri progetti a breve e a medio termine per la band?
Doveva esserci una data con i Paradise Lost in Slovenia ma è saltata purtroppo. Suoneremo al Nuclear Fest a Milano, alla sua quarta edizione, a dicembre. Per le date nuove attendiamo.

Lascio a voi come di consueto la fine dell’intervista. Grazie per il vostro tempo e a presto!
Grazie a te per la recensione assai gradita e ai lettori della stessa e di questa intervista. Seguiteci e tenetevi aggiornati su www.facebook.com/nekrosun e sul sito www.nekrosun.com

 

(Renato de Filippis)

Recensione