Band classica Italiana, in giro da oltre 20 anni. E’ stata un esempio ed una speranza per la scena nostrana, spesso torturata ed emarginata dalle porcherie senza valore e dalle finzioni sanremesi. I White Skull se ne sono sempre fregati di tutto, hanno sfidato qualsiasi oppositore, ed hanno sempre proposto un heavy metal sincero, puro, potente. Famosi anche per la voce femminile, ben lontana dai sopranetti depressi odierni, piuttosto rabbiosa e dannatamente Rock’n’Roll, fanno il passo perfetto: riassumono Sister, la cantante originale, e sparano un album che spacca. E Glorifica il metal. Vivono e suonano a due passi da casa mia. Hanno registrato in uno studio che è più o meno nel mio quartiere. Non potevo non intervistarli.  Toni Mad Fontò, metallaro fin dentro le viscere, risponde, sincero e grintoso come quando suona, alle mie domande.

Ciao Tony. Grazie per l’intervista. Complimenti per questo ultimo album. Veramente siete in forma. Ti faccio qualche domanda…
Grazie a te per la disponibilità e grazie per i complimenti, fa sempre piacere riceverli.

Appartenete ad una epoca diversa. Negli anni 90 avete fatto molto parlare di voi. Dove trovate l’energia per continuare con un progetto simile, nonostante l’ambiente ostile del nostro paese e le vicissitudini della vostra line up?
Mah non so che dire, mi spiazzi, ah ah ah… L’energia viene da dentro, ce l’abbiamo tutti e non l’abbiamo ancora persa. L’Italia non vive un bel momento, ma forse non l’ha mai vissuto.

E’ tornata Sister. Ok, da un po’, ma ora abbiamo l’album. Com’è stato tornare praticamente alla micidiale combinazione degli anni novanta?
Certo un po’ di tempo per scriverlo, registralo, ecc c’è voluto, ma non ci siamo persi d’amino e ci siamo messi subito al lavoro. Appena terminate le registrazioni abbiamo iniziato subito dei live shows, il palco ci mancava… La formazione rispetto all’ultimo periodo non è cambiata, riavere Federica alla voce ci ha consolidato il vero White Skull sound.

Raccontaci come è nato questo ultimo album. Cosa volete canalizzare, attraverso i riff ed i testi, verso l’ascoltatore?
Abbiamo iniziato la stesura dell’album prima ancora di sapere del rientro di Federica, iniziando a scrivere in modo standard secondo i nostri canoni, avevamo bisogno di un paio di brani da sottoporre come ulteriore test per chi sarebbe stata la nuova cantante. Dopo la notizia di rientro è stato tutto più semplice. Noi ci siamo occupati delle musiche e Federica dei testi e melodie vocali. L’album racconta le brutture delle guerre raccontate da vari protagonisti e la costante battaglia dell’individuo per la sopravvivenza, sono riportate storie vere, raccolte da persone che hanno vissuto direttamente questi orrori. Nella title track “Under This Flag” abbiamo ripreso il concetto di “Fight” e sviluppato un testo che incita l’ascoltatore a lottare per la musica Metal, la Bandiera identifica e rappresenta l’unione di un popolo, il popolo Metal che lotta per il proprio credo, la propria sopravvivenza e l’espansione.

Come nasce una vostra canzone, al giorno d’oggi, considerata anche la vasta esperienza che avete?
Si parte da riff proposti da me o Danilo, si lavora tutti assieme in sala prove per dare corpo a questi riff e poi si inizia subito a registrare tutto ciò che viene scritto. Poi si ascolta e si passa al setaccio ciò che ci piace o no, quindi ci si concentra sulla pre-produzione, registrando accuratamente tutto il lavoro. Una volta terminata la pre-produzione si entra in studio e si ri-registra con dei bei suoni ciò che abbiamo scritto.

Avete mai pensato di cantare dei pezzi in Italiano?
No. Reputo il Metal una musica internazionale e mi piace che i testi vengano capiti da tutti, visto che la lingua usata per le comunicazioni internazionali è l’inglese.

Come siete visti fuori dall’Italia? Cosa percepite dai vostri fans stranieri?
Anche qui dipende dai paesi, comunque sostanzialmente siamo visti bene e i sono fans stranieri che ci aspettano a braccia aperte. Ci scrivono spesso, ci mandano i loro pareri, congratulazioni e sempre la richiesta di andare a suonare nei loro paesi. Percepiamo un buon seguito e una buona energia.

Per quanto riguarda i LIVE: cosa avete in programma? Desideri? Concerti all’estero?
Semplicemente di suonare il più possibile ovunque, vogliamo portare la nostra musica a tutti i nostri fans.

Come si trova Federica a dover coprire un vasto range di canzoni, alcune mai cantate da una donna?
Bene, sulle canzoni di Gus non ha avuto nessuna difficoltà, per problemi di tempo di set list non ne suoneremo molte in futuro, ma nel Sister’s Back Tour ne ha cantate diverse. Il range vocale, le tonalità sono comunque simili, a quello di Gus e viceversa, infatti anche lui non aveva difficoltà a cantare le canzoni di Federica.

Quanto vi ha agevolato il fatto di essere proprietario dei Remasters Studio? Vi siete sentiti a casa?
Assolutamente niente, abbiamo registrato ai New Sin studio a Loria (TV). Per rispondere più accuratamente io non sono più proprietario dei Remaster studio da Agosto 2008, l’ultimo album che abbiamo registrato lì è stato “Forever Fight”. Inizialmente c’era l’opzione di andare lì a registrare, ma una serie di cose ci han riportato ai New Sin Studio, dove avevamo registrato i nostri primi 5 album.

Sembra che il pubblico si sia stancato delle novità, o che ne abbia paura. Si sentono sempre le stesse cose, oppure prolificano bands che fanno generi non all’ultimo grido. Come vedete questo revival di suoni non recenti, come l’hard rock?
Credo che nella nostra musica sia rimasto ben poco da inventare e quello che ha sempre funzionato è sempre il classico. Noi siamo rimasti classici, quindi speriamo bene e credo che il futuro del metal sarà il ritorno alle sonorità originali.

Siete basati nella provincia di Vicenza. Io non disto molto da voi. Come vedete la scena metal in Veneto in questi giorni? E la possibilità di suonare live?
Ah bene… Conosco molte band che suonano qui in Veneto e anche a Vicenza, spazi ce ne sono, non molti ma ce ne sono, a volte manca un po’ il credo del pubblico che dovrebbe uscire un po’ di più da casa.

OK. Ti lascio libero e ti ringrazio! Ti chiedo solo di concludere l’intervista con un messaggio ai lettori di Metalhead.it. Grazie!
Concludo come sempre con un messaggio che quest’anno voglio lasciare ai metallari. Un sentito grazie a te, a tutti i lettori di Metalhead e a tutti i nostri fans e no. Invito tutti a supportare il METALLO ITALIANO, non restate incollati ai social network, andate a socializzare ai concerti con una birra in mano, là è il vero social network, gente vera, birra vera, musica vera e buona. See ‘ya on the road!

(Luca Zakk)

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