fotowillowispQualche metalheade navigato ricorderà i liguri Will’O’Wisp, band prog gothic-dark metal degli anni ’90 e autrice di buone prove intitolate “Enchiridion” e “Unseen”. Sono ritornati, attraverso la voglia di comporre di Paolo Puppo (chitarrista) e il benestare di Fabrizio Colussi (sono i due fondatori). Il ritorno si chiama “Kosmo” ed è un mondo di progressive death metal, dai testi di stampo filosofico-teologico. Con Paolo si sono uniti musicisti di spessore: il bassista Jacopo Rossi (Antropofagus), il batterista Oinos (Australwave, Sadist) e il cantante Deimos (Revenant). Paolo ci parla di “Kosmo” e come i Will’O’Wisp hanno intenzione di affrontare e pianificare il proprio futuro.

Negli anni ’90 i Will’O’Wisp hanno avuto un percorso di tutto rispetto. Poi cosa è accaduto?
Una cosa terribilmente semplice, ossia che la vita è proseguita ed abbiamo dovuto compiere delle scelte. Non vi fu nulla di traumatico, semplicemente la band era diventata un impegno con il carico di un lavoro e noi dovevamo andare a lavorare per davvero, in quanto era impossibile ed impensabile pensare di sopravvivere facendo solo musica. Per cui decidemmo di comune accordo di sciogliere il progetto. Inoltre l’incredibile situazione creatasi con la Pick-up contribuì non poco a spegnere l’entusiasmo. Ci trovammo col master pagato da loro senza che però avessero più intenzione di fare uscire il prodotto ed avevamo un album sold out alle spalle. Ancora oggi ci chiediamo cosa accadde davvero.

Passa il tempo e forse tante cose sono cambiate, ma tu vuoi riprendere quel discorso interrotto. La motivazione principale?
Niente altro che l’amore per la musica ed il desiderio di tornare ad esprimersi.

Nella bio allegata all’album si legge che tu hai deciso di “resuscitare il progetto…d’accordo con Fabrizio(bassista e cofondatore della band)”, il basso però è suonato da Jacopo Rossi. Questo vuol dire che Fabrizio non ha avuto poi nessun ruolo?
In raltà Fabrizio ha avuto un ruolo fondamentale, quello di approvare il progetto. Will’O’Wisp è nato nel 1992 una sera di luglio ed eravamo io e lui. Non avrei mai prevaricato una sua decisione contraria, se non fosse stato d’accordo avrei usato un altro monicker. Lui resta a tutti gli effetti un membro spirituale della band, le soddisfazioni che raccogliamo di nuovo non esisterebbero relative a Will’O’Wisp senza gli sforzi che lui ed io sostenemmo in quel lontano passato per portare avanti la nostra musica e la nostra band.

“Kosmo” possiede un buon insieme di melodie, le quali mi è sembrato che siano sempre di carattere diverso tra loro. Non hanno un sequenza di note e accordi consequenziali. In loro c’è qualcosa di atipico.
Kosmo si muove armonicamente in un contesto spesso cromatico o “armonico” su intervalli inusuali. E’ un percorso che ho sempre affrontato e che diverrà ancora più marcato nel prossimo materiale, che vedrà influenze di autori come Scriabin, Holst e persino qualcosina di Stockhausen. Inoltre spesso il contesto è modale e raramente tonale. L’armonia perfetta e statica la lascio volentieri all’ambiente classico, la trovo un poco noiosa, e non ho il delirio di ritenermi Bach! Restando al metal tieni conto che il sottoscritto è cresciuto coi Voivod che adoro ed ha una certa passione per l’avant-garde (Arcturus magari?)

Tuttavia “Kosmo” mi è piaciuto perché l’impianto dei pezzi è scorrevole, invece il discorso testuale devo dire che è piuttosto profondo, la stessa cover e quel simbolo in copertina sono indicatori di un qualcosa di filosofico e magico.
I testi sono stati estremamente curati, ed è una cosa cui ho sempre prestato molta attenzione. Hanno richiesto un lungo lavoro di sincretismo, interpretazione  e traduzione. Mi fa piacere che tu lo abbia colto, spesso purtroppo i testi vengono un poco “dimenticati” dagli ascoltatori a scapito della musica. Io ritengo che le due cose invece debbano o dovrebbero andare di pari passo. Ovviamente comprendo che trattandosi di un contesto musicale è cinicamente meglio avere delle buone songs e dei pessimi testi piuttosto che il contrario, ma mi chiedo perchè invece spesso molte band non ritengano di conciliare entrambe le cose. Si possono scrivere bei testi anche parlando di attualità o di fiction o di horror…Talvolta invece si ha l’impressione che essi vengano “buttati” lì tanto perchè un cantato ci deve essere. Trattare le culture sacre invece è sempre stata una nostra prerogativa, per cui toccando tradizioni millenarie il minimo è cercare di rendere loro omaggio nella maniera più umile ma corretta possibile. La cover è una interpretazione di una mia visione da parte di Elisabetta di Image Zoe Dimension, un’artista veramente notevole.

Le canzoni sono nate prima della band che le ha perfezionate, oppure prima non c’era molto in cantiere?
Le canzoni erano pronte già a fine 2007. Scritte quelle ho faticato non poco a trovare le persone che ritenevo adatte  e che oltre alla tecnica avessero entusiasmo nel progetto. Puoi essere anche il migliore sullo strumento, ma se suoni qualcosa che non ti coinvolge questo inevitabilmente passa nella musica. Non puoi scappare a questa realtà. I dischi di mestiere per quanto suonati a dovere suonano spenti, quelli vissuti hanno un’onda diversa , qualcosa che se sei in accordo col genere proposto ti fanno vibrare.

Di questi tempi escono molti album e accade che diverse band poi sono già a lavoro per scriverne un altro. Tra le due cose c’è poca attività live, in un paese in cui è diventato oggettivamente complicato fare musica dal vivo e concerti. Non so quale sia adesso il vostro futuro e cosa farete live, ma tu che sei nella scena puoi dirmi come i musicisti vivono una situazione del genere?
Credo che i musicisti, anche se non posso certo parlare per tutti, vivano male. Al solito sono solo sacrifici, poca attenzione, scarso supporto e così via. Ti dico nulla che non accadesse anche 15 – 20 anni fa. Non è cambiato nulla in fondo, fai musica “vera” solo per passione e la soddisfazione è il responso della critica ed i complimenti dei ragazzi che ascoltano il lavoro. Noi abbiamo deciso nel 1995 di sospendere l’attività live e a meno di offerte irrinunciabili, proseguiremo in questa strada. Non abbiamo la pretesa di voler tracciare nulla ne la presunzione di dire che siamo nel giusto. Io anzi ammiro i ragazzi che ancora oggi si sbattono avanti ed indietro su furgoni per portare le loro note ovunque. Diciamo solo che la nostra visione è differente, il nostro è un atto fortemente creativo, molto dispendioso in termini di studio ed esecuzione, questo ci appaga. Se poi desiderate vedere un po’ di noi in giro il buon Jacopo ed Oinos sono spesso live con le loro altre bands.

Rispetto al passato hai cambiato qualcosa nel tuo equipaggiamento? Chitarra, effetti, amplificatori? Come impostazioni o affinamento della tecnica?
Come “hardware” nulla. Uso la mia Ibanez jem come 18 anni fa, a livello di testa valvolare per “Kosmo” ho impiegato una Diezel. A livello tecnico sono migliorato parecchio rispetto ai vecchi tempi, e studio a parte mi sono ritrovato a correggere certe cosine e a curarne altre che magari da giovane trascuravo. Questo detto il bello è che non si finisce mai e quindi spero domani di saper fare qualcosa un po’ meglio rispetto a ieri.

Hai un aneddoto curioso sulla lavorazione di questo album?
Si la voce di Oinos quando gli dissi : “allora entriamo in studio”, e lui : “ok mi risuono ancora il tutto un paio di giorni per sicurezza”. Ed io : no non hai capito, registriamo domani!

Mi prometti che il prossimo album avrà un booklet dove i testi saranno stampati si in chiaro ma su un fondo scuro, con caratteri leggermente più grandi e una leggenda per convertire i caratteri willowesi in quelli in uso nell’Europa Occidentale?
Non so se posso mantenere (ride, nda)! Il prossimo lavoro avrà a che fare con tematiche piuttosto particolari, ove i colori avranno una grande importanza, però colgo il suggerimento, vedremo di agevolare la vista del lettore il più possibile!

Grazie mille per l’intervista. A te il congedo!
Grazie a te da parte mia e di tutta la band, le ultime parole sono semplicemente un invito a coloro che sentono parlare di noi di venire a dare un ascolto. Il disco è ascoltabile su Youtube e su Believe Band. Fate un passo nella nostra pagina ufficiale su FB: WilloWisp-Italy-Official. E se ci avete apprezzato comprate il disco, non è questione economica, onestamente è solo il chiedere un piccolo riconoscimento al nostro lavoro. Un grande saluto a te Alberto ed a tutti i lettori di Metalhead !

 

(Alberto Vitale)

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