L’anno scorso, raccontando il quinto giorno del Beyond the Gates 2022 (qui), parlai di una sfida e scrissi: ‘[questa edizione del]Beyond The Gates si è superata, nulla a che vedere con le comunque bellissime edizioni precedenti. E questo pone automaticamente un grosso problema agli organizzatori: cosa proporre per il 2023? Perché fare qualcosa di più grande di questa edizione sarà sicuramente dura, forse quasi impossibile’.

A dire il vero il Beyond the Gates 2022 non fu il massimo per due principali motivi: un meteo nefasto… ma questo forse fa parte del contesto… e una durata credo eccessiva: cinque giorni furono pesanti, anche perché sparsi per le varie location della città, eventi collaterali compresi. Troppi eventi, in troppi giorni, avevano in qualche modo allontanato -anziché riavvicinato- le persone, le quali si rivedevano dopo i due anni di astinenza pandemica.

L’edizione 2023, invece, è ritornata ad una durata più accessibile, ovvero i (tipici) quattro giorni suddivisi equamente tra le due location principali, ovvero lo storico USF Verftet e l’imponente Grieghallen… con l’extra di un meteo a dir poco fantastico, quasi incredibile per Bergen, sempre soleggiato, spesso anche caldo!

Ma, basta togliere un giorno o avere il sole per superarsi?

Non esattamente.

È il nuovo formato, la nuova suddivisione delle aree che ha arricchito l’evento, senza dimenticare una lista di bands semplicemente pazzesca, la quale prevedeva alcuni nomi che si erano già esibiti nelle ultime quattro o cinque edizioni, con l’aggiunta di alcune bands uniche, come il ritorno dei Kreator (che si esibirono anche alla precedente incarnazione del festival, ovvero l’Hole in the Sky), i favolosi Alcest ed i maestosi Dimmu Borgir come fest-headliners, per questi ultimi l’unico spettacolo in assoluto del 2023.

A livello logistico l’edizione 2023 per prima cosa ha cambiato il meccanismo delle serate all’USF, letteralmente raddoppiando la venue. L’USF ora vanta uno spazio in più, una vecchia e vastissima area manutenzione, denominata USF Hallen, adiacente al solito Verftet, con uno spazio molto più vasto, sicuramente più spartano, ma in grado di offrire vista del palco ed acustica perfetta da ogni punto, cosa che la forma strana del Verftet non riesce ad offrire, penalizzando spesso la possibilità di vedere bene il palcoscenico, a causa di colonne, della conformazione irregolare e poco snella piena di angoli morti.

Tra Verftet e Hallen, un’ampia area coperta con panche e camioncini streetfood, oltre che i DJ set offerti da vari artisti, compreso Alan Averill dei Primordial: un’area di transito obbligatorio visto che i concerti delle due serate USF si alternavano tra i due spazi, rendendo i cambi palco più rilassanti per gli addetti, ed invitando il pubblico ad incontrarsi, a socializzare, cosa quanto mai necessaria se consideriamo i fatti successi negli ultimi oscuri anni.

Le serate USF hanno visto salire sul palco bands di un certo spessore, un bill intenso, indovinato, ottimamente combinato.

La prima serata ha offerto animali da palcoscenico come i diabolici Deicide, i massacranti Bolzer ed i grandiosi Possessed dell’indomabile ed inarrestabile Jeff Becerra, mentre la seconda serata dopo i tumultuosi The Ruins Of Beverast, gli oscuri Blood Incantation e gli occulti Negative Plan, sono due colonne portanti del black nordico a massacrare il pubblico: i Gorgoroth del leggendario Infernus e gli instancabili Marduk. In chiusura di serata Perturbator, con il suo tecno/black metal che ha fatto letteralmente ballare l’orda di metallari che fino a tarda notte hanno mantenuto molto affollato l’USF Hallen.

Intanto i pub rock e metal della città, ovvero lo Stereo, l’Apollon, il Kråken e il più recente Hellion, offrivano festeggiamenti senza limite per le centinaia di metallari ormai preda di una insonnia irreversibile, assetati come non mai, nonostante il proibitivo costo dell’alcol in quel paese.

Mentre il festival si stava spostando verso le due serate al Grieghallen, gli eventi collaterali erano intensi: non solo le visite guidate alle location iconiche, l’assaggio di vini con Gaahl, i DJ set, i concorsi, ma anche incontri culturali come la conversazione ricca di retroscena, tenutasi al Kulturhuset, con lo scrittore Dayal Patterson e il mitico fotografo Peter Beste, l’autore degli scatti più iconici della storia del black metal norvegese.

Le due serate al Grieghallen si preannunciavano particolarmente energetiche grazie ad un bill semplicemente stratosferico. Purtroppo il Grieghallen è così grande e dispersivo che la componente sociale molto presente nei due USF qui andava un po’ perdendosi… ma è indubbio che dentro questo immenso teatro la resa acustica e scenografica dei concerti sia un’esperienza alla quale non si può rinunciare.

La prima serata ha visto salire sul palco i sempre epici Eternal Champion, gli aggressivi ed intramontabili Primordial, seguiti da uno spettacolo ipnotico dei francesi Alcest, a mio parere uno dei migliori spettacoli di tutta questa edizione del festival.

Headliner della serata i grandiosi Kreator: nonostante la compagnia area avesse disperso il loro materiale (strumenti e materiale scenico), grazie all’aiuto delle altre band del bill, Mille e compagni hanno comunque potuto offrire un concerto poderoso, esibendo una band in perfetta forma con un frontman sempre capace di dominare completamente il pubblico.

La seconda e ultima serata è stata aperta dagli iconici Aeternus, band che compie ben 30 anni, nella cui line up hanno militato personaggi quali V’gandr (Helheim). Un gig potente, aggressivo, con il frontman Ares sempre irriverente, spiccio, sintetico… e tremendamente efficace nel coinvolgere un pubblico già presente per una serata gloriosa. Lo show, tra le altre cose, ha offerto l’esibizione di alcuni membri storici, che si sono avvicendati per qualche brano, compresa la bassista Morrigan.

Hoest dei Taake lo avevamo già visto due sere prima con i Gorgoroth, ma eccolo di nuovo con i suoi Taake: la dimensione del palco del Grieghallen si rivela perfetta per un performer di tale caratura, assolutamente incontenibile.

Gli Enslaved sono ormai un appuntamento fisso al Beyond the Gates, ultimamente con concerti che si concentrano su un determinato disco della loro discografia. Se l’anno scorso, su questo stesso palco, toccava a “Vikingligr veldi”, quest’anno è stata la volta di “Eld”, nuovamente accompagnato da uno spettacolo come sempre grandioso.

Infine i Dimmu Borgir.

Furono la band che mi portò dentro questo pozzo senza fondo chiamato Black Metal. Erano supporter dei Kreator (guarda caso!) nel loro tour del 1996 o 1997… e fu in occasione della data in Italia che scoprii questo sound trionfale che tutt’ora mi coinvolge totalmente (di questo ne parlai con Shagrath quando lo incontrai per una intervista, qui).

Dopo una esibizione fotografica ed un meet & greet molto esclusivo, il loro concerto ha proposto una scaletta prepotente con diversi brani che non venivano suonati dal vivo da ormai tantissimo tempo. Uno show mostruoso… e, per una band negli ultimi anni così poco attiva, tutti i componenti sembravano in ottima forma… compreso Tjodalv ex membro ma fondatore della band, qui ospite alla batteria.

I concerti sono finiti, ma si va verso l’epilogo, la festa finale. Una tappa notturna alla Dark Essence Records… e poi via a festeggiare al Garage.

Garage?

Per chi conosce Bergen e la sua scena, ci sono location particolarmente identificativi: sicuramente la Galleri Fjalar di Gaahl, un posto dove gli incontri sono sempre interessanti… ma per la notte sicuramente la meta dei devastati era il Garage, locale che ha chiuso qualche anno fa, portandosi via una fetta di vita notturna metal… anche perché nessun altro posto è riuscito a ricreare quell’atmosfera, nemmeno lo Stereo, ovvero la nuova gestione ovviamente nello stesso edificio. Ma quella sera, quel sabato 5 agosto, dopo quattro giorni di eccessi, ecco che lo Stereo diventa nuovamente il Garage: addetti e musicisti, fans e rockers in genere… un casino pazzesco.

E qui la memoria è un po’ offuscata: ricordo l’ennesimo drink con Håkon Vinje (il tastierista degli Enslaved e dei Seven Impale), ricordo la devastazione con i ragazzi della Dark Essence… e nel cellulare ho fotografie oscene che nemmeno ricordo d’aver scattato. Per fortuna!

Quindi? Il Beyond the Gates ha superato se stesso, vincendo la sua stessa sfida? Direi di si. Il problema ora diventa l’edizione 2024, ovvero la prossima sfida: cosa si inventeranno mai questi introversi norvegesi?

L’appuntamento è per una 4 giorni, da 31 luglio 2024. Sempre in una delle città che hanno dato origine al Black Metal: Bergen!

(Luca Zakk)