Non nascondo che amo i Dark Tranquillity. Sono uno della vecchia scuola, li seguo da una vita. Francamente, lavoro giornalistico a parte, avevo un po’ smesso di seguirli assiduamente nell’ultimo decennio, direi da dopo “Fiction”… un po’ perché c’è troppa musica in giro, un po’ perché in 10 anni hanno pubblicato solo tre album. Ma il mio amore disperato per una band che in passato ho visto dal vivo un sacco di volte è rinato in occasione della calata in penisola del 2016, in occasione del Metalitalia Fest (guarda le foto). Il successivo “Atoma” (recensione qui) è diventato dunque un mio desiderio intenso il quale ha riattivato quella passione per una band che -dopotutto- mi ha accompagnato per oltre metà della mia vita. Pertanto l’occasione di vederli supportati dagli Equilibrium è stata succulenta… e loro, professionali e superlativi come sempre, non hanno fatto altro che elargire conferme, dichiarando chiaramente che sono tutt’ora uno dei miglior act live sulla scena.

Per la festa della liberazione… colgo l’occasione dell’evento al Live Club di Trezzo… rimanendo sorpreso da una serata veramente intensa.

Aprono timidamente i Miracle Fair. La female fronted band svizzera offre un metallo un po’ gotico… il quale lentamente scalda il già numeroso pubblico… fino ad ottenere ampi consensi… una energia trasmessa dal palco verso la folla… un’energia che poi torna con prepotenza verso la band… stimolandola, eccitando l’ottima vocalist, regalando infine uno show convincente ed entusiasmante.

Foto: Monica Furiani Photography

I romani Black Therapy portano la serata su lidi più estremi. Scompaiono le voci dolci, le voci femminili… per dare spazio ad un growl che non se ne sarebbe più andato fino alla chiusura del locale. Il loro death metal apre un varco verso le tenebre per i pezzi grossi della serata con gloria e potenza devastanti.

Foto: Monica Furiani Photography

Gli Equilibrium non rientrano nei miei ascolti abituali. Ma il loro concerto (nonostante basso e keys in base) è devastante! Quegli inserti folk non tardano a scatenare il pubblico, il quale si abbandona ad un mosh sfrenato, riempendo di sudore un Live Club già in ebollizione.

Foto: Monica Furiani Photography

I Dark Tranquillity entrano in scena in maniera teatrale. Sono superlativi, suonano divinamente ed offrono una setlist mostruosa. Ma queste sono cose note. Ovvie. Ce le aspettiamo tutti da una band di tale livello! Giornalisticamente parlando c’è poco da dire… semplicemente non fa notizia.

Foto: Monica Furiani Photography

Le cose interessanti sono quelle che non ti aspetti e sono quelle che vedo io vagando senza meta nei paraggi della prima fila.

Contro la transenna c’era un padre con il figlio (età tra i 7 ed i 10 anni) sopra le spalle (cosa poi proibita dalla security, no comment). Prima fila, davanti a tutti. Stanne, il quale oltre ad essere un deathsters feroce è un bravo padre di famiglia, nota il ragazzino. Si avvicina. Canta per lui. Gesticola indicandolo, osannandolo, ringraziandolo. Il bambino è in estasi totale (non vedo il suo viso, ma il padre era anche lui in uno stato di pura esaltazione). Successivamente ogni membro della band si avvicina alla postazione del ragazzino, e pure il tastierista lo guarda e lo saluta dalla sua forzata posizione. Il bassista Anders Iwers gli lancia un plettro.

Posso sembrare scontato, ma se non c’eravate a questo concerto, sono un po’ cazzi vostri. Mi dispiace veramente per la tristezza delle vostre vite. MA… la scena con il bambino mi ha fatto guardare avanti, m’ha fatto pensare al futuro. I miei più sentiti complimenti al padre. La mia più profonda ammirazione per Stanne e soci. Il concerto risultato impeccabile viene decisamente meno. I brani suonati con maestria e coinvolgimento passano in secondo piano. Uno Stanne visibilmente commosso e riconoscente per il calore di tutto il pubblico, perde un po’ senso.

Una band stellare, brillante. E nonostante una delle loro hits s’intitoli “Where Death Is Most Alive”, è indubbio che è la vita ad essere quanto mai viva. La vecchia generazione (la mia) inizia ad ottenere rinforzi. Rinforzi che provengono dalla passione per la musica. Dall’amore per la musica. Dall’amore di un padre di mezza età che non esita un istante nel regalare al giovane figlio un’esperienza unica e fantastica.

E, perdonatemi, ve lo sta dicendo un padre il cui figlio è finito sul palco con una band come i Tygers of Pan Tang.

Ringrazio a quel genitore. Ringrazio i Dark Tranquillity. Ringrazio i supporter. E grazie infinite agli organizzatori ed al locale.

In un mondo in declino, questi sono potenti barlumi di vita e di speranza.

(Luca Zakk)