…precede

Giorno 2, venerdì 18 agosto

Il secondo giorno del Frantic si apre con delle proposte gore/grind che non mancano mai nella storia di questo festival. Alcune band di oggi non mancheranno di genuino cazzeggio, versi intraducibili e pogo scomposto. Il “Metal per cavernicoli” così definito dagli Slug Gore, apre le danze di questo secondo pomeriggio. Gonfiabili, bolle di sapone, pistole ad acqua, maschere improbabili di personaggi al limite della comprensione umana, leggerezza e ilarità prenderanno parte al tocco di sana follia da cui siamo stati investiti, essendone protagonisti in grande stile fino a quando band storiche death e brutal non concluderanno egregiamente la serata.

Mentre si consuma questo assaggio di essenze violente e fuori dagli schemi al Tent Stage, intorno alle 18.00 al Main stage è già tutto pronto per gli svedesi Party Cannon. Tutto di loro è esilarante, il merch propone colori sgargianti, stampe dei Pokemon in versione gore, calzoncini rosa Fluo e molto altro che ti fa venire voglia di comprare solo per la grande originalità del design.
La loro entrata sul palco è stata segnata dal lancio di stelle filanti e di palloni gonfiabili, a quanto pare simbolo distintivo dell’apertura dei loro show, scatenando la risposta esagerata del pubblico con gonfiabili di ogni genere e forma diversa ai limiti dell’immaginazione.
Durante la performance ormai molto confusa ma decisamente divertente, non sono mancati poghi sfrenati, crowd surfing e perdita di controllo dalla parte dei più. Lo show si è chiuso con un’improvvisata gara di flessioni, che ha coinvolto tantissime persone, come a rifinire deliziosamente l’assurdità di quanto appena vissuto. Dopo tutto ciò, diteci ancora che noi metallari non ci sappiamo divertire!

E mentre cerchiamo di riprenderci da questa intensa ora di cardio, l’atmosfera del Frantic torna cupa e seriosa, con i Devoid Of Thought, i Gatecreeper e gli Artificial Brain, proposte death metal che serviranno a preparare l’animo per la conclusione della serata. Decisamente apprezzabili e coinvolgenti musicalmente, con un’ampia varietà di classicismi in puro stile death e altri tecnicismi, raccolgono consensi e attenzioni nonostante il delirio appena vissuto.

Dopo una cena fugace in perfetto stile abruzzese, con birrozza e arrosticini, non possiamo far altro che aspettare gli Asphyx. La loro performance è la più attesa della seconda giornata e non ha deluso di certo le aspettative dei presenti.
Band con oltre 30 anni di esperienza a cui non si può fare davvero nessun appunto. Un death metal estremo che impatta secco e lineare, nonostante le influenze doom, e trascina la folla senza particolari incitazioni. Una mitragliatrice, accompagnata da una voce primordiale e grezza.

Ma le sorprese di questa seconda giornata non finiscono con lo show bestiale al quale abbiamo appena assistito, infatti ci spostiamo al Tent Stage, in attesa degli I Am Morbid, per assistere ai 45 minuti di gloria concessi a una giovanissima band Statunitense, i Capra.
Se l’Hardcore è il vostro stile di vita, non potete che dare una chance a questi ragazzi che hanno reso il piccolo palco una dimensione pazza e furiosa. Decisamente stimolante il loro ritmo, non si può far altro che ballarci sopra. La frontwoman, spietata, con una voce ruvida e graffiante ha fatto tremare le pareti del centro sportivo. Con influenze anche marcatamente metal e una carica inesauribile, sono una band che spero di rivedere ai grandi festival.

Conosciamo tutti, o quasi, la storia dei Morbid Angel, e quando sono stati annunciati gli I Am Morbid, c’è qualcuno che sicuramente avrà avuto di che commentare. Personalmente, avendoli visti in formazione originale e ora sotto altra veste, non ho da fare grandi appunti. Ho assistito allo show in un angolo tranquillo lontana dal palco per concentrarmi su quello che stavo guardando, quasi in ammirazione, e come me molti altri anche se poi è stato difficile non lasciarsi trascinare dalle incitazioni di Dave Vincent. È stato eseguito quasi per intero tutto il set dell’album “Covenant” dei Morbid Angel e altri brani come “Maze of Torment” e “World of Shit” a conclusione di un esibizione pressoché perfetta.

Ultima ma non ultima per importanza, chiudono la serata i Fulci, band ispirata a Lucio Fulci, regista italiano fondatore del gore, che propongono un’esperienza musicale mista a quella cinematografica. Decisamente più collocabili nella schiera del brutal/death, anche se non hanno particolarmente attirato la mia attenzione, hanno collezionato parecchi consensi, cosa non facile dopo l’esibizione dei mostri sacri al Main Stage.

Giorno 3, sabato 19 agosto

Per motivi logistici ed organizzativi sono riuscita ad arrivare, con non poca stanchezza, in tempo per i Booze And Glory, e vi assicuro che se mi era rimasto un briciolo di energia, l’ho investito completamente per scatenarmi con il loro punk/oi! inebriante e leggero. La band inglese ha caricato a molla anche i più distrutti, impossibile resistere all’allegria dei loro pezzi. Trenini, circle pit disordinati e danze scomposte sono state l’anima della festa. Non un minuto di pausa e tantissimi sorrisi dopo una performance assolutamente divertente e portatrice di una ventata di freschezza.

Di quello che è stata la terza serata, menzionerò in ordine:

Straight Opposition, gruppo hardcore pescarese dall’animo potente ed esplosivo che ha scatenato un pogo esagerato. A prova di security!

Integrity, probabilmente il primo gruppo a potersi definire metal core nella storia del metal, ma che all’ascolto mette in evidenza diverse influenze stilistiche e melodiche. Nonostante la confusione di genere e stile, che ha comunque impattato sugli spettatori in maniera convincente, Mi riprometto un ascolto più approfondito perché è una di quelle band ad interpretazione e una sola volta non basta per esprimere un giudizio esaustivo esente da critiche e incomprensioni.

Master Boot Record, un progetto dall’animo nerd, ormai di casa al Frantic che ha riconfermato la sua presenza dopo l’edizione del 2019. L’ascolto è un’esperienza legata al mondo dei videogiochi anni 80 che ci rende fomentati e al contempo nostalgici e ci fa entrare in un dimensione surreale dove il tempo sembra aver freezato le modalità arcade del gaming che ha fatto la storia con l’aggiunta di synthwave mixato ad altri toni freddi e aggressivi.

Per concludere la mai deludente edizione del 2023, il Frantic ha ancora da offrirci spettacolo con le ultime due band. Al Main Stage assistiamo ai Downset, che mi hanno ricordato moltissimo i Limp Bizkit in alcune sfumature. Prettamente collocabili nella sfera nu metal e caratterizzati dall’inconfondibile energia del rap americano, ma anche un pizzico hardcore, hanno eseguito un set convincente e non privo di movimento. Sicuramente una band non commerciale ma di alto livello sonoro che ha finito di spolpare quel che rimaneva delle ossa dei presenti.
Ci spostiamo in maniera fiacca al Tent Stage per l’ultimo show, dove i Mondo Generator faranno poi calare il sipario del festival in grande stile. Stoner è la proposta, con riff esagerati e strofe urlate che non risparmieranno il fiato a nessuno.

Già dal primo passo per il cammino verso l’uscita, qualche attimo di silenzio surreale ci riporta alla realtà e un senso di malinconia ci assale. Avevamo realizzato che anche quest’anno si era conclusa un’edizione strepitosa di quella creatura che tutti i metallari italiani hanno cominciato ad amare seriamente.

Il Frantic Fest è l’unico in Italia che si spinge oltre e lascia spazio alla contaminazione di genere, ospita artisti di grande calibro e non, ma fa le sue scelte in maniera accurata, forte del fatto che non può deludere nemmeno il metallaro old school più incallito.

Ci sono cose ancora da migliorare, ma non voglio fare critiche immeritate al suo staff, sono piccolezze che si acquisiscono con tempo ed esperienza. Di una cosa però li prego, è di implementare il numero di servizi igienici a disposizione.

Auguro al Frantic Fest e a quelli che fanno parte di questo sogno tutto italiano, di crescere e credere positivamente e prepotentemente in una possibile evoluzione, perché ha tutta la stoffa per diventare un evento di rilievo e bandiera degli eventi metal del nostro paese.

Ci vediamo l’anno prossimo!

(Simonetta Gino)