Il thrash è puro. Sincero. Ascolto metal e derivati (o surrogati) da circa 30 anni, ed il thrash è stato all’epoca (quella d’oro) una forte componente dei miei ascolti quotidiani. Le evoluzioni, gli interessi verso generi più estremi mi hanno portato un po’ fuori dall’ambiente … ma non possiamo negare anche una sostanziale mancanza di rinnovamento del genere… decine di dischi tutti uguali e, da non dimenticare, una decadenza dei grandi miti dell’epoca i quali, onore al merito, hanno contribuito a portare verso la perdizione sia me che tantissimi altri amanti del metallo più duro e tagliente. Miti dell’epoca che sono scomparsi, o che semplicemente hanno cambiato sponda fino a diventare la negazione dell’essenza stessa che li ha resi famosi (si parlo di gente come i Metallica, che vi piaccia o no!).
Per fortuna ci sono animali sacri come gli Overkill. O gli Exodus. … gente che non è mai cambiata, perché non vuole e perché nessuno vuole che cambino… ma allora torniamo al concetto della morte dell’originalità, la fine della musica che ti prende e ti riporta indietro nel tempo.
Questa teoria, tuttavia, vale solo sul CD, sul vinile, su quella cosa impalpabile chiamata MP3 (all’epoca si “fotteva col fuoco”… cazzo volete che ci faccia con un MP3? Almeno un vinile può essere usato, con un po’ di pratica, come arma tagliente o oggetto contundente!!).
Dal vivo, infatti, è tutta un’altra cosa. E le contusioni, se sul palco c’è gente che picchia duro, non mancano di sicuro, oggetti contundenti o meno. Garantito.

Noto che compare in agenda questo evento, noto che si tratta di una serata allineata (tra l’altro unica in Italia) ovvero non ci sono i soliti big famosi con i primi che passano per strada schiaffati come opener, o come cavia delle perversioni fonico. No. Qui ci sono quattro bands toste, quattro bands di alto livello… quasi quattro headliners! Personalmente conosco solo i francesi Gorod, dopo tutto non seguo il genere dominante della serata (ed infatti i Gorod escono dai canoni thrash, avvicinandosi più al mio mondo), mentre le altre tre essendo regolarmente gestite dai colleghi in redazione. Sostanzialmente non ho idea cosa avrei veramente ascoltato.

Ma la serata è attraente. Provocante. Parto prestissimo, me la spasso in zona in giro prima del concerto per arrivare all’apertura delle porte con crudele puntualità.

Il thrash è diretto. Immediato. Inutile girarci attorno, fare i filosofi o descrivere sensazioni complesse. Melgio parlare di sangue ed ossa frantumate…

Gli Exmortus sono una ficata pazzesca. Sono esplosivi. Acrobatici. Si vede che sono californiani… c’è molto show… ma se fai lo spettacolino (il quale risulta esaltante), devi comunque saper suonare! E gli Exmortus non solo sanno suonare, ma lo sanno fare anche dannatamente bene. Sono divertenti, irrequieti… ed ultra virtuosi… e, per uno come me sostanzialmente fuori dal genere specifico da una vita, sono la cosa più simile a quello che la mia decadente memoria chiama Cacophony… e quegli assoli e licks fatti di cocaina che sento tuonare dal palco, sono veramente una sinfonia speed metal (se non la capite, la memoria decadente NON è certamente la mia. Oppure, e un po’ vi invidio, siete troppo giovani…)

I Gorod fanno paura. C’era gente nel locale solo per loro. Escono dal thrash, per trasportare la venue in dentro sembianze più death metal… con l’unico vocalist della serata palesemente growl. Un vacalist incazzato. Molto incazzato. Anzi, non è solo incazzato… è pure grosso! Non il bestione da due quintali che se ti cade addosso t’ammazza. No. Nutz è una specie di palestrato, un fascio di nervi e muscoli in tensione, sotto l’effetto di stupefacenti che dimostra una palese irrequietudine ben alimentata dalla violenza sonora generata dai sui gentili bandmates, gli altri quattro elementi che in quel frangente decidono di tirare giù il locale. Guardo i Gorod, osservo i movimenti sul palco… e la suddetta memoria decadente non può non ricordare i Cro-Mags con John Joseph, un altro inquietante energumeno che, per fortuna, lo show business ha sempre “rinchiuso” sul palco…. nessuno vorrebbe gente così tra il pubblico. Sono pericolosi… sono violenti…

…e poi il pubblico si sa arrangiare benissimo. In termini di violenza, almeno. Con i Warbringer (leggete qui), una band che è un’industria di riff letali, il pogo diventa micidiale, mentre la ‘mosh dance’ perde completamente la definizione di ‘dance’ e tutto ad un tratto l’essere umano si rende conto che può volare… anche se l’atterraggio non è mai dei migliori. Peccato per le transenne (anzi …per fortuna, la davanti c’era la mia fotografa) altrimenti lo spettacolo pirotecnico generato dai decolli dal palco verso ignoti punti di atterraggio dentro il macello di corpi sarebbe stato memorabile. I Warbringer sono fuori controllo. Esaltano. Sono provocanti. “Volete un po’ di violenza?” chiedono a quell’ammasso di contenitori di vertebre fratturate che è il sudatissimo centro del pubblico, un pubblico fatto da quelli veri, quelli che se ne fottono di look ed immagine… quelli che sono li SOLO per pogare.

I Warbringer portano per davvero la guerra, e riescono a consumare il pubblico in maniera tale che gli Havok si trovano davanti agli avanzi, a patetici resti umani, pezzi di arti abbandonati… ed il pogo, seppur crudele, risulta stranamente meno violento. Però, hey, dopo tre bands del genere, anche gli Havok (leggete qui) devono accontentarsi, camminando sopra a quel che resta a terra in giro per il campo di battaglia. Ma gli Havok, dopotutto, puntano a tecnica e precisione…ed è quasi un piacere assistere da vicino lo spettacolo senza il rischio di trovarsi tatuato un faccia lo stivale del primo oggetto volante non identificato che ti precipita addosso da un punto non ben precisato, li in mezzo, la davanti.

Epilogo? Beh… non ricordo quante birre sono andate giù. Partendo dal principio che mio tasso alcolemico non fa parte degli affari vostri, io stavo proprio parlando delle birre che sono andate giù, giù per terra! Più di un ‘trve thrasher’ se ne usciva sudato e barcollando dal macello, per riprendersi e dissetarsi. I più fortunati avevano la fidanzatina annoiata con il cellulare che li aspettava paziente (che palle) in zona divanetti… ma gli altri, i più duri, dovevano trascinarsi fino al banco. Peccato che una volta afferrata la birra se ne tornavano con il bicchiere ancora pieno nel mucchio (per non perdersi l’azione!). Ma la birra registrava un DNF. Caduta in battaglia. Dispersa. Non credo che quel mezzo litro di nettare d’oro sia mai finito in nessun posto tranne il pavimento! Per (mia) fortuna non bevo nettare d’oro, ma solo quello nero (come il mio metal abituale). E per quanto riguarda il pogo, ritengo di aver già dato ..ai miei tempi. Largo ai giovani. E avanti queste nuove realtà musicali di oggi che tengono vivo e glorioso il thrash di … quanti sono? … trent’anni fa? Oh! Ma è passato così tanto tempo?
Eppure non mi sembrava proprio, quella sera. Non sembrava davvero. Anzi… mi sembrava di essere qualche lustro più indietro nel tempo. Gente che volava, gente che planava. Per un istante ero al mio primo concerto…. headliners i Cro-Mags (appunto), in apertura i mitici Jester Beast.
Lustri dopo l’energia è sempre quella. E questo si traduce in speranza. Forse non tutto è (ancora) perduto… esistono giovani che si sanno divertire, sia da sopra il palco che li in mezzo. Nel mucchio di ossa.

Fuggo nella notte, sorriso stampato in faccia. Il divertimento è stato immenso e non credo possa avere mai fine…

(Luca Zakk)