Hey, scusate, ma il titolo non vuole essere sessista. Anzi. Ma questo è uno dei cori che il pubblico ha intonato ai Tankard, attirando l’attenzione di Gerre.

Ma andiamo con ordine. Ok?

I concerti sono tornati, la birra pure e, nel caso dei Tankard, anche la depravazione, la festa scatenata e… la ‘gnocca’. Si, perché quel panzone di Gerre riesce ancora ad attirare le femmine come un magnete!

La serata si preannuncia tagliente: i Reverber massacrano con quel mix tra vecchi Kreator e vecchi Slayer, scaldando il pubblico, aprendo le sorgenti dei primi fiumi di birra.

Foto: Monica Furiani Photography

Poi i Game Over aumentano la precisione del tiro, mettono a fuoco il bersaglio, regalano un altro gig che i veri thrashers non possono ignorare… mentre le spine delle bionde già iniziano ad entrare in crisi: diavolo, è una serata calda, un dannato agosto… la sete dilaga!

Foto: Monica Furiani Photography

Ma tutto scorre abbastanza bene, quasi tranquillo. Fino agli headliners, fino a quei quaranta fottuti anni di birra, chitarre, figa e festa!

Certo, con una scaletta che copre tutte le epoche, Gerre & co. non perdonano! I vari stage divers si avvicendano, mentre sotto il palco quel pogo ci ricorda che sangue e sudore sono il migliore antidoto per qualsivoglia forma di virus o pandemia concepita per ammazzare l’arte.

Stage divers, dicevamo? Si, gentaglia più o meno sbronza che sale sul palco e si getta alla cieca sopra una marea di corpi sudati… con i Tankard che se ne fregano, nonostante le molteplici ed involontarie minacce di distruzione dell’attrezzatura.

Ma quando l’occasionale stage diver è una donna, creatura simbolicamente in gonna (o super sexy shorts, e minimali top), eccolo quel vecchio marpione di Gerre, eccolo quel santone del luppolo… eccolo catturare l’esuberanza del gentil-sesso: donne che cantano con lui, che ballano con lui… fino alla super bionda che viene etichettata come “A girl called Cerveza”. UN TRIONFO!

Foto: Monica Furiani Photography

Tutto questo mentre il pubblico beve, balla, poga, suda, canta, fotografa, si diverte. Immortalità? Beh, se il thrash vanta qualche decennio di storia, con i Tankard continua a rimanere giovane, fresco, ribelle, perverso e dannatamente alcolizzato!

‘Alcolismo e puttane?’ Lo stile di vita del chitarrista Andy Gutjahr, secondo l’enigmatico punto di vista del grande Gerre!

Ma poi a chi cazzo frega? L’importante è fare casino, diamine, bere, ballare, gridare, gettarsi dal palco… dimenticando questi due anni di tristezza ed assurdità.

La vita dopotutto è una sola, e i quarant’anni dei Tankard si celebrano una volta sola! 

(Luca Zakk)