THE WHITE ALBUM – “Borders”
(autoprodotto) Trio rock danese con un nome provocante, anzi in contro tendenza, un po’ per la scelta della parola ‘album’ nel moniker, un po’ per quel bianco… solitamente all’opposto dei colori del rock. (altro…)
(autoprodotto) Trio rock danese con un nome provocante, anzi in contro tendenza, un po’ per la scelta della parola ‘album’ nel moniker, un po’ per quel bianco… solitamente all’opposto dei colori del rock. (altro…)
(Reigning Phoenix Music) Ormai chiunque sa cosa aspettarsi da un nuovo album dei Lordi e “Limited Deadition” è il diciannovesimo dei finlandesi. Sgrassando la patina di spettacolo, i vestiti, un certo modo di fare testi e titoli quanto l’iconografia da horror rock di Mr. Lordi e soci, la band è ben calibrata in un hard rock con sfumature (altro…)
(Trocadero Records) Per i quindici anni di carriera i tedeschi Messer presentano questa invitante raccolta di demo e inediti, b-side, tutti nel puro concetto del post-punk e derivazioni, come la new wave, gothic rock/pop, dark, electro pop, pseudo kraut e altro. Il carattere dei Messer è genuino, loro sono infatti capaci di sperimentare di continuo e (altro…)
(Ripple Music) I Rainbows Are Free nascono come una doom metal band, ma ora con “Silver and Gold”, pubblicato dopo tre album – il precedente album “Head Pains” è uscito per la ligure Argonauta Records – e altre pubblicazioni ancora vanno più in là del suddetto genere. Uno stile che coinvolge il rock con tratti psichedelici, hard & heavy, gothic e (altro…)
(Apollon Records) L’omonimo debutto del 2020 fu un portento (recensione qui ), più che altro per la freschezza vintage che questa band di Bergen (Norvegia) è stata in grado di mettere in mostra. (altro…)
(Purity Through Fire) Tedeschi fino al midollo, una nuova entità, ovviamente al debutto. Per ora avvolti da molto mistero, tanto che pare quasi prevedibili si tratti di una one man band capace di scolpire dieci brani efferati, aggressivi, volutamente caotici ma ricchi di dettagli, di ipotesi melodiche, di parentesi groovy, di mid tempo coinvolgenti supportati che ricordano il DSBM di bands quali i Nocturnal Depression, cosa che si nota particolarmente su “Rotäugig & Gehörnt”. (altro…)
(InsideOut Music) Charlie Griffiths, chitarrista degli Haken, pubblica il suo secondo album solista presentandosi come Tiktaalika. Un’operazione che lo vede affrontare un prog con iniziezioni di thrash metal novantiano, nel quale si avvertono capriole in direzione dei Megadeth, molto dei Metallica, qualcosina dei Judas Priest e ovviamente di proposte (altro…)
(Mighty Music) Si sono fatti notare nel 2023 con il debut album “Der var engang...”, il quale ha collocato i danesi Trold nella galassia del folk metal. Sono creature non dissimili dai Trollfest, Finntroll e quella fiumana di band del nord Europa che rievocano melodie ancestrali, con quel piglio festaiolo che rende coinvolgente l’ascolto di un loro (altro…)
(Napalm Records) Sono passati quattro anni dal precedente “Existence Is Futile” (recensione qui), un disco che io stesso recensii con il massimo dei voti tuttavia non ricordando un singolo brano di quel disco, tanto che a un loro concerto non penso potrei cantare roba del penultimo come canto pezzi da “Cruelty and the Beast” o altri album iconici. “Existence Is Futile” fu sicuramente un disco pazzesco, ma solo un altro ottimo disco della band di Dani… ed è proprio qui che “The Screaming Of The Valkyries” fa la differenza: un album che si fa ascoltare, che mi piace ascoltare, che racchiude ogni dannato singolo dettaglio indimenticabile della storia dei Cradle, dai blast beat alle keys sovrastate da angeliche voci femminili, dagli assoli che appartengono ad un metal più tradizionale alla voce schizoide del frontman! (altro…)
(Time To Kill Records) Seneca scrisse qualcosa del tipo che nessun impero violento può durare ma solo chi è moderato resiste. Oggi gli Ade sono il prodotto di questa riflessione dell’intellettuale e politico romano, perché suonano con potente violenza, ma attraverso un’atenta moderazione d’arrangiamento e di stile che rende ogni cosa raffinata e a (altro…)
(Autoproduzione) Sono passati ben otto anni dal debutto omonimo dei Christ Dimembered, un album che aveva convinto un po’ tutti gli amanti del black metal più tradizionale, grazie ad un approccio senza compromessi, unito ad un retaggio thrash in grado di rendere ancor più grezzo e ruvido l’impatto delle composizioni. (altro…)
(Unorthodox Emanations) Quinto album per Light Dweller, quinto parto della mente follemente geniale di Cameron Boesch, il quale anche questa volta si occupa personalmente di ogni dettaglio del progetto. (altro…)
(Noble Demon) L’anno scorso uscì il loro bellissimo terzo album, “Dead Canary Run” (recensione qui) ,ed ora il trio svedese -da poco diventato un quartetto- cambia formato e decide di iniettare nell’etere una serie di EP, della quale “A Great Unrest” è il primo, deviando leggermente dall’album, alleggerendo di poco le influenze estreme. (altro…)
(Pulverised Records) Il settimo sigillo dei Wommbath è la summa di questa death metal band. Le canzoni di “Beyond The Abyss” sono inquietanti, per diversi suoi risvolti melodici, al contempo potenti e fondati su ritmi coinvolgenti. I Wombbath suonano con questo timbro pieno, corposo, possente e per via di un drumming maestoso e (altro…)
(Caligari Records) È un demo, è un debutto ed esce su formato cassetta: c’è forse un modo migliore di cominciare un cammino attraverso i labirinti underground della musica estrema? (altro…)
(Antiq) Si fa chiamare proprio Wÿntër Ärvń il musicista che gestisce questo progetto omonimo di dark folk. L’album vede un cantato in francese, il cui titolo vuol dire ‘Sotto il temporale nero – L’astro e la caduta’. I brani sono tutti un folk totale, fatto dunque con strumenti acustici, come chitarra acustica, clarinetto, cornamusa e altri ancora. In totale (altro…)
(Sentient Ruin Laboratories) Sono “Altars”, “Constellation”, “Order of Nine” e Ritualistic i tre demo e il singolo, è il secondo nell’ordine, ha riempire questa raccolta. Sono le prime pubblicazioni di questa oscura ed estrema band di Oakland in California e quei demo sono tutti del 2010, singolo compreso. Sette pezzi in tutto nei quali i (altro…)
(Noise Appeal Records) Tornano i Dirth Talons con un nuovo lavoro, il seguito dell’interessante disco omonimo del 2023 (recensione qui); la voce sexy della vocalist continua a fare un vigoroso e abrasivo attrito con il sound di derivazione punk della band, dando vita a brani che continuano ad esser impattanti, imprevedibili, tanto seducenti quanto dannatamente esplosivi. (altro…)
(Inside Out Music) Per una band in giro da quasi 60 anni, è tosto pubblicare un disco nel ’22 (“The Zealot Gene”), un altro nel ’23 (“RökFlöte”)… e ora un altro ancora, il 24° in una carriera che imperversa dalla fine degli anni ’60! “Curious Ruminant” è poetico, è narrativo, è suggestivo e, come sempre, sia la voce -con un accento così britannico- che il flauto di Ian Anderson (un signore quasi ottantenne!) sono pura magia, un qualcosa di unico, irripetibile e sopratutto inimitabile. (altro…)
(Trollzorn Records) Un lasso di tempo di sei anni è intercorso per un nuovo album degli Istapp che arriva in una forma seducente. Battaglie, epoche lontane, musica affilata e tagliente, per melodie che evocano maestose e perdute realtà, questa è la vera anima di “Sól Tér Sortna”. È stata scelta una produzione tesa a ripartire gli spazi giusti per ogni (altro…)
(Century Media / Sony Music) L’album è una collusione di thrash, death e tanto melodic black metal con una tendenza alle atmosfere che totalizzano, avvolgono letteralmente l’insieme dei pezzi. In questo strato di strumenti che si sommano vi rientrano anche i sintetizzatori, i quali stendono un velo di cybernetico o fantascientifico alle suddette (altro…)
(Agonia Records) Trevor e Tommy hanno ingaggiato per il loro decimo album il fidato Davide Piccolo, bassista e già impegnato nei concerti della band, Giorgio Piva, batterista ed entrambi di Fate Unburied e Grinder, infine Gloria Rossi, voce di supporto a quella di Mr. Trevor. Talamanca alle chitarre e sintetizzatori oltre aa tutta la trafila delle (altro…)
(Darkness Shall Rise Productions) I Merciless di Svezia vengono omaggiati con questa raccolta dei due primi demo realizzati ai primordi della band. 1987 è l’anno di “Behind the Black Door” e 1988 quello di “Realm of the Dark”. Due anni dopo i Merciless incidono il primo album “The Awakening”, realizzandone poi quattro in tutto, ed è stato il primo (altro…)
(Metal Blade Records) Quando si arriva alla fine dell’ascolto di “Hymns in Dissonance”, con la conclusiva “Nothing Is Coming for Any of Us”, si ha la sensazione che i Whitechapel si siano ben impegnati a tenere un livello alto del proprio suonare. Se “Kin”, il precedente album del 2021, era un grosso calibro, “Hymns in Dissonance” lo è forse (altro…)
(Prophecy Productions) Il romanticismo di Kris Force e delle Amber Asylum sboccia con la sua mesta grazia e solennità. Il quartetto al femminile composto da musiciste dedite al violino, violoncello, viola, basso e percussioni, con una summa vocale incantevole, è al decimo album e ancora una volta tratteggia il proprio ambient fatto su misura, semplice e attraverso strumenti acustici e classici e con qualche sintetizzatore. Un ambient oscuro, poetico, appunto romantico. Poesia sotto la forma di una dimensione musicale cheva alla ricerca attraverso sia i canoni classici che sperimentali. “Ruby Red” è basato su un parco testuale concentrato sul dolore, la sofferenza, smarrimento, la semplice mortalità dell’essere umano e più in generale dunque sull’introspezione. Kris Force, Jackie Perez–Gratz, Fern Lee Alberts, Becky Hawk, rendono questo flusso magnetico e soave un’emozione infinita, tra barocchismi, classicismi e sperimentazione. Suonano in maniera imponente, fiera, con melodie che avvolgono e con un piglio a volte straniante e in altre immenso e supremo. Kris e le altre negli anni hanno collaborato per la propria musica con gente come Steve van Till dei Neurosis, Leila Abdul-Rauf e non solo loro, a dimostrazione di una trasversalità compositiva che riesce a toccare più coordinate di stile a prescindere da tutto e tutti. Alla fine di “Ruby Red” si ha l’impressione di avere assistito a un coinvolgimento stilistico tra Godspeed You! Black Emperor, Wardruna e proprio la Abdul-Rauf ma in una maniera inattesa.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10
(Purity Through Fire) Da un punto di vista ammiro la prolificità di Order Of Nosferat, duo finnico/tedesco giunto al sesto album nel giro di quattro anni, dimostrando uno stacanovismo ed un’ispirazione fuori dal comune; (altro…)
(Masked Dead Records / Sulphur Music) “Cultores de Perdas e Linna” rappresenta il terzo album in venti anni per i Vultur, nonostante ciò non hanno mai incrociato le braccia e di fatto sono autori di una discografia colma di pubblicazioni minori. Riemergono dopo undici anni dal precedente album, con un furioso black metal suonato praticamente (altro…)
(Darkness Shall Rise) Debutto discografico per i tedeschi Obsidian Scapes, che si presentano sul mercato con questo mini EP che funge da antipasto all’imminente full length intitolato “Death Chants Echo From Aphotic Void”. (altro…)
(World Eater Records) Il death metal suonato dai bordolesi, tra cui spiccano elementi di The Great Old Ones e altre band francesi, è possente e a suo modo rievoca le bordate dei Bolt Thrower. I Mortuaire rispetto agli inglesi variano molto i pezzi, rientrano infatti nelle maglie del riffing anche fraseggi, cambi tematici delle melodie e introducono parziali (altro…)
(Diamonds Prod.) Ovviamente vi starete chiedendo cosa ci faccia il cantante, attore e rapper statunitense qui! Ottima domanda, ammetto che me lo sono chiesto pure io quando ci hanno sottoposto questo disco! (altro…)
(Haloran Records) Uscì nel 2009 questo album pazzesco proveniente dal malsano underground portoghese. E, finalmente, ora torna disponibile rigorosamente su 200 limitate copie numerate a mano, un occasione succulenta se si pensa che all’epoca fece un sold-out che lo tolse praticamente dal mercato. (altro…)
(Evening Star Records) Dipingono paesaggi e atmosfere attraverso uno stile pulito e scorrevole i Naxatras. È questo un suonare che rievoca a volte gli Ozric Tentacles e spesso anche della fusion, per un risultato che è della psichedelia pulita e placidamente melodica. “V” si fonda sul ritmo, il primo vero pilastro dell’album, il groove in certi suoni, il (altro…)
(Goatfucker Records / Osmose Productions) Un altro disco del sig. Kaiser Wodhanaz (che -assurdamente- nella vita reale si chiama Jean-Baptiste… Giovanni Battista!), il quale giunge al settimo sigillo con i suoi irriverenti Ad Hominem, ormai in giro dal secolo scorso, con una carriera non lontana dal terzo decennio di prolifica attività. (altro…)
(Magnetic Eye Records) Dopo la morte in un incidente stradale di Tim Bryan, il chitarrista dei Toke, l’amico Bronco, bassista e voce, insieme al batterista JP decidono di continuare sottoforma di un’altra band. Arruolato il chitarrista Vic, i tre adottano proprio il nome del frontman e bassista per identificare questa nuova avventura, inaugurata (altro…)
(Sentient Ruin Laboratories) Putrido e marcescente death metal, nonché atto catacombale da parte di una band che vede l’unione di elementi provenienti da Void Rot, Suffering Hour e Aberration. “Profanation Of The Adamic Covenant” nasce da sonorità cupe e maledettamente oscure, colme di decadenza e abbandono. I Ritual Ascension sono orridi, morenti, soprattutto (altro…)