(Agoge Records) Se c’è una cosa che non manca ai Turma è il coraggio di mettersi in discussione. Nata nel 2008, la band partenopea si è messa presto in luce con composizioni proprie che mescolavano thrash ed heavy metal classico. Queste sonorità costituiranno nel 2010 il debutto “Tearless”, un lavoro apprezzato dal pubblico che porteranno i nostri ad aprire per Necrodeath, Michael Angelo Batio ed Arthemis. Con il tempo, tra avvicendamenti in seno alla line up e la pubblicazione di alcuni singoli, la band arriva nel 2015 a partecipare al Battle Bands Contest per il Festival di Wacken. Nel frattempo il sound si evolve abbracciando influenze moderne che sfociano nel deathcore, mantenendo comunque una matrice thrash nella costruzione di alcuni riffs. Il nuovo “Kracken” è una mazzata di ferocia inaudita, costituita da riffs feroci ed incalzanti, inframmezzati da breakdowns e rallentamenti sulfurei sui quali si staglia la voce putrida di Rafaele Berisio. ”Destroyer” apre le danze con ritmiche aggressive ed incalzanti dal forte sapore thrash/death prima di addentrarsi in soluzioni più groovy da metà brano in poi. Il punto di forza della band è proprio questa capacità di costruire tra passato e modernità, rendendo i pezzi assolutamente dinamici ed abbastanza imprevedibili, cosa piuttosto rara in ambito deathcore. Se “Mortal Combat” alterna accelerazioni e rallentamenti in maniera sapiente, “Rebecca’s Shield” annichilisce l’ascoltatore con riffs pesanti come macigni di matrice djent. Un album violento, veloce e massiccio che nella sua breve durata (intorno ai ventiquattro minuti) sfoggia un’intensità notevole, collocandosi tra la vecchia scuola e sonorità moderne.

(Matteo Piotto) Voto: 8/10